DI COSA PARLARE STASERA A CENA
Draghi da Confindustria: si apre una nuova stagione per le relazioni industriali?
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
La ripresa c’è ed è forte (grazie imprese), ma ora c’è bisogno di fare tutti di più (forza imprese, non basta). Mario Draghi si prende un po’ la scena confindustriale e il suo discorso sembra la versione fattiva e matura di quello del presidente e padrone di casa Carlo Bonomi. Confindustria chiede riforme e Draghi le elenca, parlando anche di quella della concorrenza, da cui intende partire e per la quale chiede, un po’ sornione, agli imprenditori di impegnarsi “con convinzione”. Rivendica le scelte sul green pass anche per accedere ai luoghi di lavoro, si impegna (ma era ovvio) a non aumentare le tasse, parla di questioni pratiche, come il provvedimento per contenere i costi energetici, trattandole come tali, e quindi dicendo che entro poche ore arriverà la decisione in Consiglio dei ministri. Una demistificazione degli arcani del potere che gli serve anche per poter poi, lui, pretendere che anche gli altri facciano e che non si nascondano dietro a liturgie politiche o associative.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Gli imprenditori sono pronti ad avviare una stagione collaborativa con i sindacati, Carlo Bonomi chiama per nome i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, con tono stilnovista: Maurizio, vorrei che tu, Luigi (aggiungiamo Pierpaolo) ed io… e, però, contesta pesantemente Quota 100, definendola un furto ai danni dei più deboli. Elogia un paio di ministri, Giancarlo Giorgetti e Daniele Franco, e ne critica un altro, Andrea Orlando (poi recuperato, ma anche un po’ arruolato in chiave riformista, da Draghi). Il Foglio lo aveva provocato, chiedendo, come fa da giorni, per dire, un Joe Biden, che le imprese siano più disponibili verso rinnovi contrattuali con aumenti salariali e verso un migliore trattamento del lavoro nei contratti di secondo livello. La risposta, forse, è in quel super patto promosso con i sindacati, chissà. Tra le varie cose Bonomi ci tiene a specificarne una e cioè che l’uomo della necessità (Draghi) è tale proprio perché non lavora per restare al comando a ogni costo. Si direbbe necessario ma anche, un po’ più che, sufficiente.
Fatto #2
Come il Pd potrebbe leggere l’auspicio confindustriale per un long Draghi. E come, invece, continuare in qualcosa che è un gradino sotto al velleitarismo.
Fatto #3
La fine della pandemia in un anno, secondo Moderna (è una buona notizia, anche se sembra tanto tempo, ma si parla di conclusione di qualsiasi condizione straordinaria determinata dalla diffusione dei contagi).
Oggi in pillole
- Giuseppe Conte gira per le piazze, le riempie, dice cose, fa politica. Piaccia o no un po’ funziona e qualcosa produrrà il suo tentativo di rimettere in piedi una forma di consenso vero e caldo per i 5 stelle in cui si è imbattuto a suo tempo divenendone leader. Giuliano Ferrara ne ragiona e ci offre molti spunti per parlarne a cena.
- Bravo Enzo Amendola ad andare oggi in una Confindustria laterale, ma importantissima in questi ultimi mesi.
- Chi guida camion e bus in Europa e quanti anni ha.
- Ancora consegna a domicilio per i Nobel (be,’ quest’anno potevano rischiarla la presenza però).
- Lukaku e altri chiedono di bloccare scocciatori e odiatori online, è un programma ambizioso di cui provano a parlare con i responsabili delle grandi piattaforme social.