di cosa parlare stasera a cena

Calenda spreca un'occasione. I tedeschi verso il "semaforo"

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Ancora su Roma, il ballottaggio più interessante. Resta la sensazione di un’occasione già sprecata, davvero a tempo di record, da parte di Carlo Calenda. Perché essere equidistanti tra Enrico Michetti e Roberto Gualtieri è proprio qualcosa di impossibile con la sua storia e con il suo presente. E non si dica che la sua indicazione non conterebbe, perché gli elettori tanto sono liberi. Ovvio, e ci mancherebbe, ma è proprio la sua voce che conta, anche solo perché è la sua e cioè di uno che si è candidato per fare il sindaco e che non dovrebbe essere snobisticamente disinteressato al futuro della città. In più, lo dicevamo già ieri a cena, la sua strada si è intrecciata con quella di Gualtieri in più occasioni e tutte significative (negli ultimi governi, nell’attività politica in Europa, nei rapporti con il mondo produttivo) e non si capisce come si possa far finta che ciò non sia avvenuto o che non conti. E non vale l’infantile ultimatum con cui vorrebbe che si parlasse solo con lui e non con i grillini, perché è noto, notissimo, che a Roma sono divisi e che la frangia contiana non ha nulla da spartire con la parte rimasta fedele alla sindaca non riconfermata, fatto già avvenuto per le regionali, con il sostegno a Nicola Zingaretti da parte di 5 stelle non allineati. Mentre non sembra facile la strada per un maggiore insediamento nazionale di Azione e dei suoi vicini politici, per dar vita a un gruppo centrista e liberale di un certo peso, se verrà mantenuto, come Calenda continua a fare, un giudizio totalmente sprezzante verso Matteo Renzi.

   

Le tre "cose" principali

   

Fatto #1

Matteo Salvini vira su temi più propri, dopo aver riempito la mattinata di un incomprensibile guazzabuglio di parole in cui spiccano casa, Imu, patrimoniale, catasto, tasse, italiani, famiglie. Ma poi arriverà anche quota 100, ha ragione Tommaso Nannicini, ma non intaccherà la presenza leghista al governo (i governisti, i draghetti, della Lega se ne stanno buoni accovacciati in attesa che finisca la sfuriata nonsense del capo e poi torneranno a prendere la scena).

 

Il finale salviniano di giornata è un’offesa al ridicolo, con il prorompente “la Lega resta al governo” e l’esortativo “escano Letta e Conte se vogliono”. E fermiamoci qui per oggi, se no le nostre cene vengono invase da troppa insensatezza.

 

Fatto #2

Più che altro è il tono di Mario Draghi oggi a contare (parlava in Slovenia, durante il vertice euro-balcanico), ma c’è anche una risposta a Salvini, quando specifica che non c’è alcuna patrimoniale in vista, come invece evocato nello sgangherato delirio salviniano.

 

Fatto #3 

Si va abbastanza spediti verso un possibile governo tra socialdemocratici, verdi e liberali in Germania, quello che la stampa tedesca chiama il governo semaforo, per i tre colori che contraddistinguono i partiti della nascente coalizione. Vabbè, non si resiste alle suggestioni italianeggianti e subito si pensa al coraggio pragmatico dei liberali, pronti ad accettare la convivenza governativa con i verdi, dai quali molto li divide. Cosa c’è di italiano o non italiano? Be’, nel suo piccolissimo c’è il mondo centrista/liberale/laico di Calenda o di Renzi o di parti di Forza Italia e la rigidità con cui nega un possibile rapporto con i reduci del grillismo ora guidati da Giuseppe Conte. Insomma, si tratta di saper superare limiti e fissazioni, non in nome del manovrismo ma in nome della politica.

       

Oggi in pillole

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