DI COSA PARLARE STASERA A CENA
L'effetto psicologico della quarta ondata
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Siamo nell’ondata psicologica, più che sanitaria. Perché stavolta sappiamo bene a cosa si va incontro quando crescono i contagi, conosciamo già il copione e tutti i suoi dolorosi sviluppi. Ci guardiamo intorno dall’Italia e tremiamo, chiudono quelli che sono stati simbolo della strafottenza orgogliosa, come i Paesi Bassi, e riducono molto le attività sociali altri due campioni del lasciar fare incosciente, come Danimarca e Uk. Noi vediamo il pericolo davanti e non ci sentiamo pronti, malgrado vaccinazioni veloci ma non così fulminee da arrivare sempre prima che arrivi il droplet dritto all’obiettivo, diffuse ma non abbastanza per fare muro contro la nuova variante. Però, così vorremmo cominciare la settimana di conversazioni a cena, forse c’è un errore di percezione dovuto proprio alla dimestichezza che abbiamo ormai sviluppato con la pandemia e i suoi annessi. Ci sono due modi di aver paura, riguardo all’incognito e riguardo a ciò che si conosce. E il secondo caso può essere peggiore del primo, perché in questi giorni, di nuovo considerati rischiosi, a molti si riaffacciano le scene vissute con le precedenti ondate, le morti di persone conosciute, di persone cui si voleva bene, l’angoscia generale e la diffidenza particolare, la distanza come rifugio e la socialità come colpevole indulgenza. Però, senza ridurre in alcun modo il rigore delle regole e delle restrizioni che si renderanno necessarie e senza far calare la fiducia nei vaccini, bisogna avere anche la ragionevole consapevolezza che questa ondata non comporta i rischi di tenuta sistemica delle precedenti. L’effetto dei vaccini è apprezzabile proprio perché sono strumenti non efficaci al 100% ma adattabili e adattativi. Poi ne stanno arrivando altri e, soprattutto, da gennaio ci saranno i farmaci antivirali a disposizione su larga scala (è meglio immunizzarsi col vaccino ma, alle strette, il farmaco dovrebbe evitare le peggiori conseguenze). Il numero di vittime in proporzione ai contagiati diminuisce in modo drastico e anche quello dei ricoveri in terapia intensiva. La paura è fondata, sì, ma andrebbe anche relativizzata. Per non subirne i danni collaterali. Comunque, anche in Uk vanno verso restrizioni molto marcate. E poi il ministro della salute, Dominic Raab, ha anche da gestire le continuamente rinnovate accuse al suo premier, Boris Johnson, per le feste affollate e fuori regola a Downing Street. Le ragioni della paura dalle nostre parti e questo è il nuovo vaccino, con approvazione Ema e Moderna fa il suo mestiere contro Omicron.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Basta il titolo per capire che anche al Financial Times leggono Il Foglio
Fatto #2
La costruzione dell’intesa ampia, con Francia e Germania, per reinterpretare le regole europee sui bilanci. È l’altra grande partita che Draghi sta impostando e che richiederà poi altri in grado di completare il lavoro (avendone grandi vantaggi). Il ministro competente.
Fatto #3
In Cile la vittoria del millennial che vuole fare una cosa abbastanza da millennial: tassare i ricchi. Poi però c’è il risvolto italiano. Sì, può essere un po’ patetica e anche indisporre la sinistra che intillimaneggia senza fantasia e, paradosso, anche senza filologia per la vittoria di Gabriel Boric, ma, come succede sempre dalle nostre parti, la destra fa peggio e tenta appelli, visti ora con la crudeltà delle cose fatte grazie all’attento twitterista Massimo, in nome del lavoro e del sostegno alle famiglie, per una specie di insultante pinochettismo moderato.
Oggi in pillole
- Che succede con il reddito di cittadinanza e il lavoro dei suoi beneficiari.
- Dal MeToo al MeNo, vengono un po’ di brividi pensando che queste dichiarazioni arrivano dopo giorni di misteriosa detenzione e possibili pressioni o minacce alla tennista cinese Peng Shuai.
- Anche in Francia se la cavano come falsari di pass vaccinali.
- L’anno d’oro per lo sport italiano. E per il suo principale motore, Giovanni Malagò, persona dell’anno per Il Foglio e celebrato anche con l’incontro con Michele Masneri e Andrea Minuz.