di cosa parlare stasera a cena
Che si fa con i grandi elettori positivi? Occorre pensarci da ora
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Attenzione ai dettagli, a ciò che non si può prevedere nelle prime ricognizioni di un problema. Serve continuità, come dire, dal generale Figliuolo e dal ministro Speranza in giù, perché altrimenti anche le migliori strategie vanno a finir male. Vediamo due casi di giornata con cui dare sostanza alla paura che sta dietro a queste raccomandazioni. Ci sono i rianimatori a segnalare una situazione che sta mettendo in difficoltà l’operatività della sanità italiana. Si tratta di quel fenomeno apparentemente minore, sembrava un piccolo imprevisto, per il quale a essere testati positivi al Covid sono molti pazienti ricoverati per altre patologie e poi sottoposti a tampone per i controlli di routine all’atto del ricovero. Questo tipo di casi sta aumentando giorno dopo giorno e a un tasso crescente. E questo aumento comporta una serie enorme di problemi organizzativi, prima di tutto perché i tempi previsti per un qualsiasi intervento programmato cambiano se il paziente è positivo. L’occupazione delle sale operatorie e degli ambulatori non può andare secondo lo scadenzario previsto. E mancano le regole generali per gestire questi pazienti. Serve che, come sta avvenendo nel mondo del lavoro, pur tra mille difficoltà, il ministero definisca un protocollo compatibile con la cura di chi ha bisogno e con la sicurezza anti-Covid.
Il secondo punto su cui non perdersi riguarda nientemeno che il Quirinale, perché sembra proprio mancare la capacità di giocare d’anticipo rispetto a un problema facilmente prevedibile come il gran numero di elettori del nuovo presidente bloccati dalla positività al contagio o dalle norme per la quarantena. Sembrava che la Camera, cioè la parte del Parlamento che ospita la logistica della votazione, se ne stesse occupando. Ma, con un insolito ricorso a “fonti di governo”, si è fatto sapere che dalla Camera non è arrivata nessuna richiesta a Palazzo Chigi o al ministero. Ma quella richiesta è necessaria, perché serve a predisporre un protocollo con cui stabilire, in modo credibile e serio, quali siano le regole per il voto ai positivi.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Matteo Salvini accelera e chiede che il conteggio, la verifica, dei potenziali elettori di Silvio Berlusconi al Quirinale vengano fatto addirittura prima di cominciare le votazioni. È un modo per sfilarsi dall’impresa comune al centrodestra e per preparare un accordo su un altro nome da gestire anche attraverso la tecnica dei segnali nelle prime votazioni.
Fatto #2
Che multona in Austria ai non vaccinati. Adesso bisogna vedere i critici double face italiani che corno del dilemma sceglieranno. Si schiereranno contro l’importo della multa (troppo alto o troppo basso a seconda dei gusti) o si schiereranno contro la multa in sé? E la Francia, dopo l’imposizione del pass vaccinale per accedere a vari luoghi pubblici tra i quali gli stadi e i siti di manifestazioni sportive fa sapere, molto pacatamente, che quella regola vale anche per gli atleti e che, perciò, Novak Djokovic a oggi non potrebbe partecipare al torneo del Roland Garros. Questo è il tweet con cui la ministra francese dello sport spiegava la novità. Mentre alle Olimpiadi di Pechino viene fermata all’improvviso la vendita di biglietti al pubblico.
Fatto #3
Salone del Mobile spostato a giugno, mossa saggia e avveduta per non restare invischiati nella possibile ultima coda di questa ondata di contagi. Le ultime occasioni, post-covid, di messa in mostra per il grande design italiano sono andate molto bene e non aveva senso rischiare per questa che resta comunque un’edizione ordinaria ma di enorme importanza per consolidare la ripresa del settore. Un paio di mesi in più aiutano anche a superare la stretta sugli approvvigionamenti di cui sta soffrendo tutta l’industria della trasformazione.
Oggi in pillole
- Ancora una volta è Xi Jinping la star del World economic forum (anche quest’anno tutto online, quindi senza le sfilate dei grandi nella neve di Davos) e ancora una volta cerca di tenere la scena facendo le lodi della globalizzazione. L’aggiunta oggi è l’enfasi sul multilateralismo come metodo di soluzione dei conflitti mondiali, segno che la Cina comincia a percepire il rischio di un eccesso di durezza nel confronto con gli Stati Uniti. Mentre la lode alla globalizzazione e all’apertura commerciale va sempre letta con attenzione ai dettagli nascosti e alla propensione a comportamenti pratici che poi finiscono per danneggiare la corretta concorrenza internazionale.
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Complimenti a Cecilia D’Elia e al Pd per la vittoria nelle suppletive del collegio centrale di Roma. L’affermazione è netta, con quasi il 60%. A cena se qualcuno obietta che l’affluenza è stata bassissima e perciò la vittoria non è rilevante rispondete che era proprio in capo a chi intendeva provare a sovvertire la tendenza alla vittoria del Pd in quel collegio di darsi da fare per portare elettori alle urne, era la loro occasione ma evidentemente non c’è stata alcuna capacità di mobilitazione né alcun messaggio politico sufficientemente forte da smuovere l’elettorato. E già c’è una conseguenza.
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Ben fatta e impressionante l’inchiesta Rai sulla mafia a Foggia, la ministra Luciana Lamorgese oggi è andata in città a testimoniare l’impegno per recuperare il controllo statale sul territorio, ma l’impressione è che sarà una partita molto lunga.
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L’autista di Ursula von der Leyen positivo e la presidente della commissione cancella gli impegni.
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Nei prossimi giorni farà appena più freschetto, con qualche nuvola, e poi si tornerà al mitissimo gennaio già volgente a febbraio (sempre grazie a Giulio Betti).
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Tempaccio invece negli Stati Uniti.