di cosa parlare stasera a cena
Il Mattarella bis sancisce l'irrilevanza del Parlamento
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Un po’ a mente fredda qualche riflessione a cena sulla rielezione di Sergio Mattarella e soprattutto sulla condizione politica in cui è avvenuta. Perché con la rielezione in piena continuità succede che il Parlamento in carica prenda atto, suo malgrado oppure senza accorgersene, di aver rappresentato una parentesi priva di effetti duraturi sulla politica italiana. Nei 5 anni, il cui compimento è ormai vicino (politicamente molto vicino), questo Parlamento non ha saputo esprimere suoi esponenti di rilievo tale da essere non vogliamo dire insediati ma almeno proponibili per Palazzo Chigi. I governi sono passati altrove, prima con la soluzione al ribasso, cioè con un presidente del consiglio politicamente irrilevante, e poi con quella al rialzo offerta da un presidente del Consiglio in grado da solo di reggere la credibilità e l’operatività dell’intero governo. Al momento di votare per il Quirinale, il Parlamento e i delegati regionali non hanno saputo neppure cogliere l’opportunità di segnalare la loro esistenza e dare un segno politico facendo loro la candidatura di Mario Draghi, che, almeno, sarebbe stata la prova di essere in grado di inserire nel sistema politico e istituzionale, per volontà dei grandi elettori, un uomo di valore mondiale. Sarebbe stato, insomma, un modo elegante e intelligente per fare buon viso alla sorte vuota di una fase politica nata male. E, contrariamente a quanto scritto da molti osservatori, sarebbe stato anche un modo per recuperare iniziativa politica da parte del Parlamento, arrivando perfino a poter pensare, nel nostro ragionamento ipotetico, di aver promosso Draghi per rimuoverlo.
Invece questo Parlamento ha scelto di non lasciare alcun segno, ricevendo e volentieri ripetendo il presidente (ottimo, sia detto) ricevuto dal Parlamento precedente. E saltando, quanto a elezioni quirinalizie, per il gioco numerico tra settennati della presidenza e quinquenni delle camere, anche il prossimo Parlamento. L’unica questione istituzionale toccata è stata quella del numero dei componenti delle due Camere. Degli effetti politici ora immaginabili di quel taglio drastico parleremo a cena domani
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Le tre "cose" principali
Fatto #1: a proposito del Parlamento in carica e in generale di una fase politica incapaci di produrre risultati, di lasciare segni, neppure all’interno dei movimenti e dei partiti, dove le nomine o hanno espresso continuità e ritorni del passato oppure arrivano a essere perfino annullate nei tribunali, come nel caso di Giuseppe Conte nei 5 stelle, prima beneficiario e poi vittima della totale confusione statutaria grillina. Sul Foglio anche il ritratto dell’avvocato campione nelle cause contro gli arzigogoli delle regole grilline
Fatto #2: momento di diplomazia vera e di diplomazia molto improvvisata nei rapporti tra Nato, Ue, singoli paesi dell’Ue da una parte e Russia dall’altra. I francesi tifano per l’iniziativa di Emmanuel Macron mentre i tedeschi parlano, ostentatamente, con gli americani, e questo forse fa ragionare Vladimir Putin più del pur generoso impegno diplomatico francese. Qui si teme il non felice momento salviniano e la sua declinazione internazionale
Fatto #3: in Italia si stampano meno libri ma aumentano i lettori. Visto dall’industria editoriale sembra un segno di miglioramento dei conti economici grazie a una maggiore aderenza alle richieste del mercato, mentre i prezzi restano stabili (che sottile piacere nel parlare di libri così, all’ingrosso, come se fossero maglioncini o piccoli elettrodomestici), ma voi, a cena, traete anche altre conseguenze da questi dati
Oggi in pillole
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La politica dei due altoforni (e in Italia si sceglie sempre quello sbagliato)
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Forse serve qualche chiarimento sul termine “utilizzare”
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Il salto quadruplo di Kamila (prima volta nella storia)
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L’oro arriva pattinando e forse (intanto c’è la finale) anche con la pietra levigata del curling
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E brava Federica Brignone
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Per un contributo alla fama di Matteo Berrettini non solo a causa del tennis
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E bravo Vasco settantenne