(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Emmanuel Macron: un centrista senza ideologia (in senso buono) verso il bis all'Eliseo

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Emmanuel Macron resta il personaggio politico più interessante del momento e in questa sua seconda sfida finale per l’Eliseo conquista tutta la nostra attenzione. Perché il suo percorso è noto ma, in noi italiani, resta sempre un po’ l’impressione che sia un Matteo Renzi che ce l’ha fatta o perfino un Carlo Calenda di successo. Lo sappiamo che è una visione tremendamente provinciale e a cena vi prenderanno un bel po’ in giro (a proposito, le statistiche raccontano di una consistente ripresa delle cene fuori e della convivialità, buona notizia per questa newsletter) ma c’è poco da fare. Macron nasce come alternativa non rinunciataria al riformismo afflosciato dei socialisti e delle sinistre in generale e, insieme, come prospettiva per i sempre bistrattati centristi. Fa due mestieri politici assieme e in quel modo, complice anche il sistema elettorale per la presidenza francese e una speciale congiuntura storica, riesce a vincere. Molto fa pensare che vincerà anche questa volta (lo abbiamo sentito dire da Piero Fassino, sfidando la maledizione sulle previsioni fassiniane) e il fenomeno diventa ancora più interessante, perché arriverebbe la seconda vittoria senza che sia stata messa in chiaro l’ideologia macroniana.

 

Certo, ha fatto centinaia di discorsi, alcuni dei quali memorabili e fondamentali per il destino europeo. Ma non ha ancora tradotto la sua azione politica in eredità politica. A chiederglielo farebbe scongiuri, ma la questione sta in piedi. Perché immaginare il macronismo senza Macron non è solo una sfida per il futuro della Francia ma è anche un cimento per i contemporanei, per chi, in un altro paese, volesse tentare quella strada. Così ci facciamo ancora più provinciali, perché nella nostra offerta politica ci sono sia i Le Pen sia i Mèlenchon e anche gli altri comprimari, ma manca quello strano centrismo, un po’ antisistema e un po’ sistema, coraggioso e inaspettatamente vincente, indecifrabile e insieme popolare. E ci chiediamo come possa uscire fuori qualcosa da simile dall’alchimia Pd/5 stelle/partitelli di centro. Però oggi sul Foglio c’era l’indicazione di un possibile processo politico europeo e quindi anche italiano che ha a che fare proprio con la domanda che abbiamo appena lasciato in sospeso. Perché quando nel processo alchemico ai nostri ingredienti un po’ impigriti e non reattivi si aggiunge il catalizzatore della violenza putiniana e della volontà di potenza ai confini dell’Ue, allora tutto si risveglia e tutto prende un’altra luce. Grazie a Enrico Letta per questo importante contributo

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

I russi stanno per conquistare il porto di Mariupol. L’invio di armi (e di quelle giuste) sempre più decisivo per le sorti della guerra, gli ucraini non pongono limiti geografici agli aiutanti. Il cancelliere austriaco tenta qualche carta (l’Austria è nella posizione per poter strappare un po’ di dialogo a entrambe le parti) con una visita a Vladimir Putin in cui la franchezza è stata totale, con Karl Nehammer che si è precedentemente dichiarato non moralmente neutrale. Chiedeva, annunciando l’incontro, tregua vera e corridoi umanitari davvero percorribili. Al termine dell'incontro Nehammer ha detto"Colloquio duro. Non una visita amichevole. Gli ho detto che la guerra deve finire".

 

Fatto #2

Si va a sancire l’accordo con l’Algeria, dopo il lavoro fatto da Eni e Farnesina. I prossimi incontri saranno altrettanto importanti, per rafforzare un ampio gruppo di paesi africani dai quali acquistare gas e petrolio e si tenta anche di ottenere qualche successo nella politica energetica interna, oltre che in quella internazionale.

 

Fatto #3

Tra una cosa e l’altra, ma non è il primo dei problemi per loro, c’è il default del debito sovrano russo (conta poco come fonte di finanziamento statale rispetto ai proventi della vendita di petrolio e gas).

 

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