di cosa parlare stasera a cena

Discutere coi putiniani ci distoglie dalle vere sfide

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Vediamo, e ci servirà anche per le cene di questi giorni, perché non mette conto (a parte l’eroico Antonio Caprarica e la sua valorosa confutazione del propagandista putiniano sulle tv italiane) discutere con geopolitici un po’ grulli, putiniani vari, tra le stanche repliche del discorso più ampio sessantottino (ora virato sulla complessità) e l’obiezione sistematica quanto idiota del grillino medio non dimaiano. Non ne vale la pena perché c’è già tanto da fare e precisamente c’è da cercare di capire, con gli strumenti ordinari del discernimento, come stanno andando le cose e in che direzione potrebbero evolvere i rapporti internazionali tra paesi europei e Stati Uniti da una parte e alcuni paesi dittatoriali dall’altra. Ovviamente partendo dalla Russia (ma qualcun altro già sta facendosi avanti).

 

La realtà e la storia stanno correndo più veloci degli scioccherelli canoni interpretativi con cui nella comunicazione pubblica si tenta di interpretarle. Le piazze, che ora sarebbero vocianti sui social, stavano con Mao e con Pol Pot. Questa volta lasciamole stare (e forse vanno ringraziati i talk show per dare uno sfogo a quelle che sono pulsioni di disperazione umana, visibili negli atteggiamenti di alcuni noti epigoni, tenendole in uno spazio comunque recintato e delimitato) e guardiamo alla corsa dei fatti e al disegno degli schieramenti. Lo dicevamo ieri, l’Ue si sta facendo sfuggire, anche nella capacità di rappresentazione simbolica, il ruolo di primo piano nel confronto con la Russia. E sta consegnando in pieno la scena agli Stati Uniti.

 

Oggi il Pentagono ha fatto sapere che le nuove armi arriveranno nella disponibilità dell’esercito ucraino in 24 ore. È un grande impegno, ed è anche il modo in cui si sostiene l’azione politica delle leader di Finlandia e Svezia. Ora entrambe possono proporre alla loro opinione pubblica progetti di sicurezza concreti e messi alla prova dei fatti. E sempre dagli Usa viene l’unica voce in grado di contrastare il gioco della paura, in cui si stanno impegnando da settimane i russi. Continuano a rispondere con minacce, con l’evidente intento di indebolire il sostegno esterno all’Ucraina. Una nota diplomatica russa parla di “conseguenze imprevedibili” per l’invio di armi. Convergendo con l’Anpi (siamo tornati in Italia) da cui viene il monito contro una “reazione a catena apocalittica”, sempre per aver dato armi agli ucraini. Insomma, è solo una roccia come l’amministrazione americana a poter reggere a queste bordate. La guerra non proprio fredda fa danni terribili ma, almeno, sfronda le sciocchezze nénéiste e ci risparmia perfino di confutarle.

   

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Le armi in arrivo.

 

Fatto #2

Oggi, tra una cosa e l’altra, il Foglio ha dato anche una utile spiegazione del meccanismo di formazione del prezzo del gas, con cui si smentiva la stupida obiezione sul costo maggiore del gas americano.

 

Fatto #3

Più degli stati e delle loro sanzioni fa il blocco delle società internazionali di logistica.

 

Oggi in pillole

 

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