di cosa parlare stasera a cena
L'America manda nuovi aiuti all'Ucraina, mentre l'Ue tentenna
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Non c’è test di missilone che tenga (a parte per la convergenza tra l’immagine pubblica del nordcoreano Kim Jong-Un con quella di Vladimir Putin), e non bastano certo le quinte colonne russe da cui viene in modo minaccioso la richiesta di non andare a vedere il bluff del Cremlino, per fermare l’iniziativa degli Stati Uniti a sostegno del popolo ucraino. Oggi alla Casa Bianca è arrivato il primo ministro ucraino (Volodymir Zelensky è il presidente) Denys Shmyial, accolto da un solido intervento aggiuntivo di supporto militare, per una spesa di 800 milioni di dollari. Non basta neanche il tentativo di danneggiare la credibilità di Joe Biden indicandolo, complici alcuni account social purtroppo ripresi anche da testate televisive, come un vecchio rimbambito. Il presidente Usa non sta cedendo su alcun punto e si può dire che a tenere su la determinazione apparentemente senza speranze degli ucraini sia stata solo, e fin dall’inizio (anzi fin da prima dell’inizio dell’invasione), la convinzione degli Stati Uniti. Alle sanzioni già decise si aggiunge il divieto di attracco nei porti statunitensi per le navi russe.
L’Ue ne esce molto male, anche perché prosegue, invece, un’iniziativa autonoma dei paesi lungo il suo confine orientale, con l’esclusione dell’Ungheria di Victor Orbàn. La Slovacchia, ad esempio, ha dato mezzi e armi che hanno costituito le forniture essenziali con cui gli ucraini hanno potuto difendersi e lo ha fatto attingendo ai propri arsenali, quindi indebolendo la propria capacità di difesa. La Polonia si è mobilitata del pari. E, insomma, fa un po’ venire i brividi vedere che sulla testa dei polacchi e con gli ucraini come vittime di turno passa un accordo di fatto e di comodo tra russi e tedeschi. Una rivisitazione, in chiave moderna, dell’accordo spietato del 1939. Ovviamente non si tratta di un patto sottoscritto e celebrato, ma di una condizione di fatto, dalla quale però la Germania non ha il coraggio di divincolarsi, con le rappresentanze economiche e produttive a premere per continuare a finanziare la Russia e la sua guerra con il gas senza che il governo riesca a opporre la propria voce di fronte a questi interessi di brevissima portata. Qui è diventato un punto fisso delle nostre conversazioni a cena, ma l’effetto negativo di questi comportamenti sulla credibilità e sullo stesso ruolo dell’Ue nella scena internazionale sarà pesante e duraturo.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
A proposito, si va in ordine sparso, ma forse l’unica via d’uscita per l’Ue sono le iniziative dei singoli paesi, anche fuori dalla fascia di confine orientale, da cui emerge una spinta a superare certi egoismi nazionali. Ecco lo spagnolo Pedro Sanchez davanti all’orrore della violenza russa in Ucraina, con la promessa di non lasciar solo il popolo ucraino. Per l’Italia, che ha saputo finora tenere un atteggiamento meno concessivo di quello tedesco, sono segnali da capire per continuare a resistere alle sirene della paura economica. Monito per l’Italia, sì diceva, ma non per tutta. Ah, di Giuseppe Conte parliamone domani (nella chiave che forse non vi piacerà e cioè come un’occasione sprecata), diamo un giorno ancora per far decantare certe affermazioni e, soprattutto, per permettergli di decidere tra Macron e Le Pen. Pure di Beppe Grillo, che oggi forse dice due parole sull’aggressione all’Ucraina, non c’è fretta di parlare.
Fatto #2
L’accordo con il Congo per il gas.
Fatto #3
com’è andato il Macron vs Le Pen, partendo da un Giuliano Ferrara chiaramente scaramantico. Per poi vedere un po’ di pareri in giro, tra cui quelli di chi ritiene che Le Pen lavori, in realtà, per le prossime presidenziali. Ma soprattutto qui c’è un Macron da collezione, che resterà come esempio di comunicazione politica, mentre se le dà, indossati regolari guantoni, con un boxeur.
Oggi in pillole
- Incendio abbastanza misterioso in uno dei luoghi della ricerca missilistica militare russa.
- Come stiamo, visti dall’Istat.
- Ma per noi, oltre alla Francia, conta la Slovenia.
- Elon Musk ha 45 miliardi pronti per comprare Twitter.
- Dehors e sicurezza.
- Vecchissima vicenda, tanto per mostrare che le controversie si possono risolvere senza guerre (e in questa controversia non mancano imperi coinvolti).