(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Il Germania la Nato si compatta e fa fronte comune contro la Russia

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La riunione di Ramstein sancisce il risveglio della Nato (qualche tempo fa per Emmanuel Macron l’Alleanza era un malato terminale) e l’assenza di capacità di iniziativa collettiva da parte degli europei. Per alcuni di loro, per primi i tedeschi, l’ombrello Nato, inteso in senso ampio come luogo di decisioni comuni, diventa anche l’unico modo per essere nella partita, per avere un ruolo attivo nel contrasto all’aggressività militare russa.

 

Si potrebbe dire che c’è una Germania che fa affari geopolitici (usiamo l’aggettivo perché di moda, ancorché sintomo di cretineria) con la Russia, e la condizione personale di Gehrard Schroeder è ormai imbarazzante oltre l’accettabilità, e una Germania che li disfa, partecipando alla mobilitazione dei paesi Nato. Proprio oggi i tedeschi hanno annunciato l’invio di carri armati (no, buoni, non per invadere i vicini) da consegnare ai resistenti ucraini. Mentre la Svezia ha aumentato la sua spesa per armi da fornire all’Ucraina, attraverso il canale creato dai britannici. E altri, in questo modo sparpagliato, ma tutti riuniti dal coordinamento Nato, si stanno ulteriormente mobilitando.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Le decisioni di Ramstein le parole molto chiare del segretario alla difesa Usa in avvio dell’incontro dei 40 paesi. Le non molto utili missioni dell’Onu (risultato: farsi prendere in giro dal ministro russo).

 

Fatto #2

Il nuovo fronte della Transnistria: per ora si segnalano solo piccole azioni militari, quasi simboliche, ma la pressione, anche attraverso la propaganda intimidatoria, sta salendo.

 

Fatto #3

E si sta scaldando il confronto con la Cina (viviamo tempi troppo interessanti), con la questione delle Isole Salomone a fare perfettamente da termometro. Dopo contatti, celebrazioni comuni e finanziamenti, i cinesi hanno stretto un rapporto forte con il governo locale e da qualche giorno, soprattutto sulla stampa australiana, girano previsioni molto preoccupanti sull’avvio imminente della costruzione di basi militari dell’esercito cinese nell’arcipelago del Pacifico. Gli americani ne parlano come di un atto di guerra. Insomma, tira un’aria non molto buona anche sull’altro quadrante. Il governo locale prova a smentire queste intenzioni.

 

Oggi in pillole

 

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