Di cosa parlare a cena stasera
La Germania continua a essere ambigua sulla Russia
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
In Germania continua la linea un po’ coraggiosa e un po’ connivente con la prepotenza militare russa. Qualcosa deve essere successo nelle stanze del potere dopo lo sfogo/intervista di Gehrard Schroeder, deve esserci stato uno di quei chiarimenti dai quali, come gruppo unito, non ci si riprende più. La nuova leadership di Olaf Scholz, però, non riesce a trasformare tutto questo in una vera nuova linea politica. Mentre tenta di tenere sottotraccia anche gli sviluppi del vertice militare di Ramstein. Insomma, non si vede ancora una strategia coerente con il forte contenimento deciso dagli altri europei. Sul piano militare la notizia della fornitura di carri armati è servita come spia del cambio di orientamento e ora arrivano anche scelte economiche, con l’indicazione di un possibile blocco all’importazione di petrolio russo (importante per i proventi a vantaggio della cricca al potere al Cremlino, ma più velocemente sostituibile da parte dei compratori) nel giro di pochi giorni.
Potrebbe sembrare, come immagina il professore tedesco di economia citato sopra, una decisione presa anche in seguito al blocco delle forniture di gas da parte dei russi verso Polonia e Bulgaria. Come dire: facciamo prima noi da soli, senza farci prendere di sorpresa e soprattutto senza farci ricattare. E la scelta del petrolio, i cui acquisti dalla Russia sono già stati ridotti di un terzo da parte della Germania a causa dell’invasione dell’Ucraina, potrebbe quasi sembrare un modo per spaventare il fornitore russo (cui verrebbe a mancare un cliente vitale come la Germania) e farlo ragionare sull’estensione del blocco del gas. Potrebbe essere, insomma, una scelta puramente tattica, ma le reazioni che mette in movimento sono tali da non consentire un uso di questa manovra per fini di breve termine. Eppure, resta una forte ambiguità nel comportamento della Germania riguardo all’approvvigionamento di gas. Mentre si fanno circolare previsioni devastanti sull’economia, con cali del Pil dal 5 per cento in su, è un politico polacco, molto addentro alle faccende europee e presidente dei popolari europei, a dire che Germania e Austria sarebbero pronte a cedere alla richiesta di pagare in rubli, ma questo tweet e altri simili sono stati poi smentiti dai governi dei due paesi
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Nulla da aggiungere a come Sergio Mattarella mette in fila le cose importanti anche oggi. Tutto da buttare, invece, nel post di Beppe Grillo, che riprende l’analisi di un professore italiano molto cineseggiante.
Fatto #2
Mario Draghi ha parlato con Volodymyr Zelensky, confermando l’impegno italiano a favore dell’Ucraina, si prepara alla visita a Washington e l’agenda dice molto.
Fatto #3
Questa è una specie di preadesione all’Ue per l’Ucraina e vale come un certificato temporaneo di appartenenza al cuore commerciale del sistema europeo.
Oggi in pillole
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È un tipo interessante il segretario alla difesa Usa, anche perché non teme l’uso dell’assertività.
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I cognomi dei neonati si sceglieranno senza automatismi a favore del cognome paterno. Tutto giusto e tutto derivato direttamente dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Interessante ripercorrere un po’ la storia dei cognomi, perché il loro assetto rigido (e patriarcale) è qualcosa di abbastanza moderno, non più di qualche generazione per noi italiani. Fino alla prima metà dell’Ottocento i cognomi erano molto meno univoci nella scrittura ed erano appannaggio solamente delle famiglie più ricche o dotate di potere da trasmettere. La codificazione, come è noto, arriva con le riforme prima napoleoniche e poi dei singoli stati italiani. Probabilmente sono state le prime grandi coscrizioni militari di massa a usare lo strumento del cognome unico e univoco come mezzo di identificazione (o, viceversa, i censimenti accurati hanno permesso il reclutamento di grandi eserciti nazionali). Forse oggi, con i metodi di attribuzione di codici univoci che abbiamo a disposizione anche i cognomi sono una cosa superata, che potrebbe resistere solo come uso di cortesia. Siamo già univocamente identificati dal codice fiscale e, questo è un fatto divertente, il metodo usato assomiglia un po’ al sistema precedente ai cognomi moderni, perché associa a qualche lettera derivata dal nome di famiglia altri dati come data e luogo di nascita. Un po’ come avveniva quando le persone erano identificate con i nomi dei genitori, il paese, la professione, i segni particolari. Insomma, si potrebbe approfittare dell’occasione per saltarli proprio i cognomi e inventare qualcosa di più efficiente e anche più variato.
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Quei dati forti e chiari che convincono (e parliamo di rifiuti, tema che divide tanto).
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Un allenatore che salta proprio a fine campionato, eppure sembrava così bravo.