(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Come Giorgia Meloni sta sfruttando l'inconsistenza di Salvini

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Mettiamoci a vedere che succede alla convenzione di Fratelli d’Italia con qualche dubbio ma anche con un po’ di curiosità, potremmo perfino parlarne a cena (insomma, senza esagerare però). Perché c’è uno spazio politico disponibile a causa dell’insensatezza salviniana e della perdita di spinta elettorale di Forza Italia e Giorgia Meloni ci si sta tuffando con bravura. L’alleanza che compone il centrodestra presunto unito è fatta di legami debolissimi, mentre (vedi sotto) la legislatura si chiude con un’unica caratterizzante politica e cioè con la riedizione, sottotraccia, dell’intesa populistissima tra M5s e Lega. A quella alleanza di governo FdI si oppose, senza poi andare all’incasso immediatamente, anzi, restando all’opposizione anche, ovviamente, del governo Conte 2 e, meno ovviamente, del governo di Mario Draghi.

 

Qui si pensa, però, che il dividendo di consenso che, stando ai sondaggi, sta facendo crescere quelli che in Borsa si chiamerebbero i futures di Giorgia Meloni non dipende dal ruolo di opposizione, ma dalla mancanza di serietà dell’offerta politica salviniana. Di fronte a un leader che si esprime come un outsider capitato lì per caso gli elettori ritengono, appunto, di avere davanti un outsider capitato lì per caso e, di conseguenza, non gli danno fiducia se non per brevi exploit, come nelle elezioni europee, ormai note come tomba del consenso. Salvini i voti non li tiene, Meloni li sta piano piano attraFrateendo, anche grazie a qualche scelta che denota una certa serietà. Ad esempio, non vedendo Viktor Orbàn, non eccedendo in putinismo, tenendo a bada l’antiamericanismo di destra (quello che era in modo infallibile l’identificatore dei neofascisti italiani). E poi c’è una certa capacità di dialogo e di ascolto verso il mondo produttivo, c’è attenzione per il fisco senza trasformarlo in ossessione anti-patrimoniale ma guardando a vari aspetti di ciò che potrebbe essere riformato.

 

Il personale politico, sì, è fatto anche di alcuni (sempre meno) personaggi direttamente legati all’esperienza missina più nostalgica, ma ci sono anche conservatori classici e esponenti di una destra definibile europea. Mancano, o non hanno ruoli, i personaggi di cui si è circondato, chissà perché, Salvini e cioè i vari istrioni anti-euro, anti-Ue, anti-vaccino. Sì, si direbbe che manchino i putiniani, per il modo in cui quello strano gruppo trasversale (che invece unisce M5s e Lega) sta venendo sempre più alla luce. Mentre da parte di FdI, ad esempio con l’invito (accettato) a partecipare alla convenzione rivolto a un intellettuale liberale come Marcello Pera si dà un segnale interessante. Continuando così, e con un po’ di capacità di manovra e un po’ di sapienza politica, Meloni potrebbe cogliere un momento propizio per il suo partito alle prossime elezioni e nello scenario politico che a esse seguirà.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Ieri lo ha detto Matteo Salvini con il suo abituale stile allusivo e indiretto, ma lo ha detto. Oggi insiste sul tema Giuseppe Conte, meno allusivo ma più confuso. Sembrerebbero scelte chiaramente favorevoli al successo dell’invasione russa e del progetto di cancellazione della cultura e della identità nazionale ucraina e alla destabilizzazione degli equilibri militari sul versante est dell’Europa, con ovvie implicazioni per la nostra stessa sicurezza nazionale. Ma sono posizioni politicamente legittime e che, però, se fossero espresse con più serietà, dovrebbero essere portate chiaramente a conoscenza dell’opinione pubblica, non come sparate da talk ma come fondamento di scelte parlamentari. Che invece restino così a margine, appese nel nulla, è una delle tante stranezze che caratterizzano questa fase politica.

 

Fatto #2

La vittima dell’attacco russo su Kiyv, di quei missili lanciati per intimidire anche il tentativo dell’Onu.

 

Fatto #3

L'attività economica in Italia resta intensa, anche se il primo trimestre del 2022 fa registrare un rallentamento rispetto al trimestre precedente. Il segno negativo è molto inferiore a quello atteso e le stime sull’intero 2022 si allontanano con decisione dal rischio di recessione. L’inflazione si dà una calmata (perché la fiammata dell’energia ha dato già il picco dei suoi effetti).

 

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