di cosa parlare stasera a cena
La linea europeista e atlantista di Draghi è quella giusta, ma i partiti si stanno sfilando in sordina
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Mario Draghi sempre più interprete perfetto della linea abbracciata e poi abbandonata dalla sua maggioranza (con l’esclusione del Pd, cioè della sua gran parte, e di alcuni esponenti di altri partiti, soprattutto di Forza Italia) e perciò sempre più forte e anche più isolato. In questa fare il presidente del consiglio ha la possibilità di mandare avanti un programma atlantista ed europeista, cioè, per essere chiari e non nascondersi dietro alle definizioni generali, di sostegno attiva all’Ucraina attraverso gli accordi con gli altri paesi della Nato e di rilancio dell’attività europea sul piano politico e decisionale (con un progetto di ulteriore rafforzamento delle istituzioni europee).
Può fare questo Draghi perché i suoi velati oppositori non hanno la possibilità di incidere in questa fase, né hanno veri progetti alternativi. Ma è davvero un dolore per noi che ne parliamo a cena constatare che a tanta forza realizzativa non corrisponde sufficiente forza politica e che la scommessa di trasformare il draghismo in un progetto vendibile sul mercato politico ed elettorale non è solo persa ma non sembra neppure che si voglia tentarla. Lo schema sembra quello classico, già visto con i governi tecnici, e cioè la massimizzazione dell’utilità dovuta alle realizzazioni pratiche (compreso l’imponente decreto di aiuti di ieri) per poi ripartire con le contrapposizioni tra populisti e sovranisti vari da una parte e una debole riedizione di un laburismo molto pendente verso l’assistenzialismo dall’altra. Peccato, intanto godiamoci l’ottimo discorso al parlamento europeo di oggi, con cui Draghi ha fissato obiettivi che travalicano il suo governo e il suo paese e che resteranno ad arricchire tutti i programmi politici europei.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Ecco, dopo Draghi ci sono linee politiche di questo genere. Definirle confuse è la minore delle critiche.
Fatto #2
Boris Johnson si rivolge direttamente al parlamento ucraino. I tedeschi mandano carri armati e li mostrano, ancorché con cappuccetto protettivo, mentre oggi sono gli slovacchi (nei giorni scorsi tra i più decisi nell’aiuto militare a Kyiv) a chiedere all’Ue di essere esentati dall’embargo al petrolio russo.
Fatto #3
L’Istat ci dice che in Italia raccogliere e trattare i rifiuti costa sempre di più. E ci porta a ragionare sul progetto di termovalorizzatore (e anche di biodigestori) nel comune di Roma, ovvero sulla battaglia simbolo della contrapposizione tra razionali e irrazionali. Ovviamente Beppe Grillo, che sul no alle tecniche di smaltimento dei rifiuti per produrre energia ci ha costruito il suo movimento politico oggi si è fatto vedere e sentire, ma con accenti diversi, come se volesse dire che, sì lui resta contrario, ma altre idee non ne ha.
Oggi in pillole
- Le minacce televisive e belliche dalla Russia, per intimidire i paesi democratici e liberi (ma ricordiamoci sempre un punto molto sottile: il concetto di equilibrio nucleare non ammette neanche l’uso dei riferimenti alle armi atomiche come strumento di pressione psicologica).
- Il voto transnazionale in Ue diventa una realtà, ora si tratta di candidarsi. Si voterà sempre il 9 maggio per le europee.
- Le indicazioni dall’Africa a Zelensky che all’Africa intende rivolgersi.
- La bomba della possibile decisione della Corte suprema sull’aborto negli Usa e le conseguenze possibili sul voto di midterm.
- Quando si dice che i cinesi stanno esagerando con lockdown e varie misure di distanziamento e isolamento.
- Vogliamo gioire per la giusta assoluzione di Andrea Costa, accusato di aver dato aiuto materiale ai migranti.
- A Cibus di Parma tante cose buone da mangiare.