(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Draghi e il catasto: partita la ricognizione sugli immobili italiani

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Mario Draghi non si fa incantare né spaventare dalle mosse scomposte della maggioranza. Ascolta (non troppo ma un po’ ascolta), valuta, concede, e chiude le partite. Chi pianta le sue bandierine, alla fine dell’operazione, sembra restarci un po’ male, come se fosse, la sua, una vittoria inespressa. Su fisco e casa e catasto c’è stata una serie di minacce non minacciose e di intimazioni che non intimavano, con il risultato finale di avere, intatto, lo schema precedente della delega, quello con cui si stabiliva di avviare una generale ricognizione sul patrimonio immobiliare, con attenzione speciale per la parte non emersa fiscalmente, lasciando immutata la pressione fiscale sugli immobili.

 

La vera novità, insomma, è che ci si avvia a capire meglio come è distribuito e che valore può avere la proprietà immobiliare in Italia. Per l’aggiornamento del catasto e dei suoi valori da tempo stanno facendo autonomamente più i comuni, in collaborazione con l’agenzia delle entrate, delle amministrazioni centrali. Perché hanno la possibilità di intervenire, in base a un articolo della legge finanziaria del 2004 (fate sforzetto di memoria per sapere che governo c’era), per chiedere, come scrive l’agenzia delle entrate, “la revisione parziale del classamento delle unità immobiliari urbane di proprietà privata nelle microzone comunali caratterizzate da un anomalo scostamento tra il valore medio di mercato e il valore catastale degli immobili”.

 

Insomma, sta ai comuni definire le zone in cui le cose possono essere cambiate dai tempi degli ormai antichi accatastamenti, anche perché i comuni conoscono il loro territorio, sanno di cosa parlano. Che poi vogliano darsi da fare per chiedere di più, o magari di meno, ad alcuni loro cittadini, è un altro discorso. Ma i casi di richiesta della revisione stanno aumentando, come segnalava tempo fa la stessa agenzia delle entrate. Insomma, la vittoria politica di cui sopra non sembra proprio un trionfo. Ha l’aria di un diversivo, di un passatempo, mentre sulle grandi questioni il presidente del consiglio si muove su un livello che sembra diverso da quello della sua maggioranza. Forse questa mezza finzione è utile anche a mandare avanti un governo che non avrebbe, altrimenti, una rispondenza nella maggioranza parlamentare.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

L’Ue va avanti col suo solito metodo, si impara la pazienza quando si devono mettere d’accordo 27 stati. E la soluzione è ancora una volta basata sulla gradualità. Anche per l’embargo petrolifero alla Russia si decide e poi si fa in modo che l’applicazione avvenga un po’ per volta, lasciando ai paesi più riluttanti un più di tempo in più. Ma la sostanza c’è e ci mostra una decisione che metterà molto in difficoltà le finanze e la stessa operatività della Russia come entità statale. Anche perché l’Ungheria, per quanto si possa impegnare, non potrà mai acquistare petrolio in quantità tali da finanziare Mosca e se vengono a mancare gli ordini da Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi e Spagna la partita è segnata. La forza dell’Europa sta anche nella sua capacità di adattamento, di movimento. non era un’idea da buttare lì solo per colpire nelle interviste. Enrico Letta sta lavorando per la creazione di una confederazione europea, da affiancare all’Ue ma con maggiore libertà di manovra e procedure di adesione (e di uscita) molto semplici. Un’organizzazione politica che si reggerà sulle volontà degli stati e che potrà dare subito sostegno all’Ucraina.

 

Fatto #2

E Josep Borrell dà la linea giusta per la politica estera dell’Ue, di cui è responsabile sul livello intergovernativo. Quello della Russia, dice, non è un attacco all’occidente, ma è una violazione della carta Onu e colpisce non l’ovest ma tutti i punti cardinali.

 

Fatto #3

Nuovamente colpita la nave principale della flotta russa nel mar Nero, questa volta è la fregata Ammiraglio Makarov. A lungo in fiamme dopo essere stata colpita da missili, starebbe affondando come accaduto alla Moskva. Si tratta di un secondo terribile smacco militare e di immagine, una situazione di difficile gestione da parte del Cremlino. E continuano i misteriosi incendi sul territorio russo in siti potenzialmente importanti dal punto di vista strategico.

 

Oggi in pillole

 

  • Si scherzava ieri su Twitter su questa storia, parlando di ultimo tank a Zagarol. L’importante è che la faccenda non venga presa per più importante di quello che è e cioè una specie di scemata nostalgica.
  • L’Europa che termovalorizza con il plauso degli ecologisti.
  • Truffavano i turisti sotto alla Tour Eiffel col gioco delle tre carte. Per prenderli è servita un’inchiesta di mesi.
  • Il tifo ovviamente in rosa al Giro d’Italia.
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