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Sull'embargo al petrolio russo, l'Ue va a zig zag

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

L’Ue è fatta così, decide lentamente, per vie mai dirette. Non avanza a passi scanditi e ritmati ma rotola coma il blob del noto film, prendendo varie direzioni, con frenate per sedimentare e poi nuovamente riparte. Le decisioni arrivano così, un po’ per sfinimento e un po’ per inerzia. Oggi c’era da stabilire modi e tempi dell’embargo al petrolio russo. E con la prima squadra di titolari in campo, perché presidente di turno è Emmanuel Macron, che ha voluto sondare i due paesi più esposti su questa decisione, Italia e Germania, e ha tenuto una conversazione riservata con Mario Draghi e Olaf Scholz, mentre continuava a lasciare spazio all’eccezione ungherese e all’intransigenza baltica. La cosa interessante è che questo sistema istituzionale complicato riesce comunque a spingere il suo blob operativo verso qualche risultato.

La molle pappa europea nel suo lento rotolare produce comunque avanzamenti e riesce, nello stesso tempo, a tenere tutto dentro a sé stessa, concedendo a chi proprio vuole scocciare una qualche sbrodolata verso direzioni diverse, cose che poi si esauriscono dopo la fase dell’ostentazione. È un metodo che ha la sua follia ma anche la sua efficacia. Pensate a come si è arrivati alla convergenza e poi alla moneta comune. Sembrava una cosa impossibile, la solita menata europea, poi, piano piano, rotolando a zig zag e con lunghe pause di riflessione, tra referendum contrari e parlamenti nervosi, si è arrivati alla meta senza che quasi ce ne accorgessimo davvero. La guerra impone altri ritmi, certo, e le critiche fioccano in questi giorni, in modo speciale verso paesi ambigui nei rapporti con Mosca, per primo la Germania. Eppure, le cose vanno avanti, facendo meravigliosi distinguo tra il petrolio che scorre nei tubi e quello che galleggia sulle navi, colpendo prima parzialmente e poi chissà, ma riuscendo comunque a non fermare il blob.  Ecco qui c’è una buona rappresentazione. E mentre si consumano la tragedia ucraina e il dramma europeo c’è anche la pochade salviniana

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Il tetto al prezzo del gas non sembra che abbia del tutto convinto i governi europei. L’analisi della proposta è stata rinviata. E la Russia potrebbe anche decidere di ridurre autonomamente la produzione di petrolio, per avere prezzi maggiori. 

Fatto #2
L’inflazione tedesca che sale a un nuovo record, 7,9 per cento in maggio, e va a influenzare due cose che ci interessano molto: l’atteggiamento del governo verso le sanzioni energetiche alla Russia e l’influenza tedesca verso la politica monetaria della Bce

Fatto #3
L’Ocse ci dice che gli stipendi medi in Italia sono scesi, in termini reali, rispetto al 1990. È l’unico paese in cui succede una cosa simile. E, come si vede da questo tweet, il tentativo di rovesciare questo andamento potrebbe diventare un obiettivo politico

 

Oggi in pillole

 

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