(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Draghi, Scholz e Macron uniti per la pace (alle condizioni di Kyiv)

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

I tre leader europei alla prova del sostegno dichiarato e ben strutturato all’Ucraina. Sono costretti, da una situazione in cui non si può cincischiare (perché fuori suona l’allarme aereo), a essere un po’ americani, a tagliare le sfumature, a squadrare la complessità, e a prendere decisioni mettendo la faccia dove stanno le parole. Mario Draghi, Emmanuel Macron, Olaf Scholz arrivavano da posizioni diverse, non facili da accomunare con un viaggio in treno. Ma quando si deve essere chiari le differenze si riducono. E hanno trovato un punto comune nella dichiarazione di sostegno alla pace come la vorrà definire l’Ucraina e con i suoi obiettivi territoriali, mentre la Francia faceva sapere che manderà nuove armi.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Giuseppe Conte non sa come caratterizzare il suo partito, non sa che pesci pigliare, e questo non sarebbe un grande problema, perché è capitato ad altri politici. Ma quegli altri procedevano con l’inerzia ideologica, buttando giù qualche frase fatta e qualche schema preconfezionato, in attesa di stagioni politiche in cui avere finalmente qualcosa da dire. Conte non ha questo motore di emergenza, perché nasce dall’antipolitica e nel più vuoto e banale populismo. E allora annaspa, non sa che pesci pigliare, appunto, e la cosa si vede benissimo. E più fa così più si caratterizza la figura di Luigi Di Maio, che ha deciso di prendere il pescione europeista, atlantista, draghiano, e non si ferma più. L’inerzia è dalla sua e anche l’accelerazione.

 

Fatto #2

L’incendio di Malagrotta è l’ora più buia nella storia della monnezza romana, ma, appunto, è anche il momento da cui comincia la ripresa verso la realizzazione di progetti e impianti adeguati. Si parte da qui.

 

Fatto #3

Ascoltiamo Christine Lagarde nel pomeriggio a Londra, ma osserviamo che la banca centrale svizzera si è mossa, come ci racconta Mohamed El-Erian.

 

Oggi in pillole