(foto di Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

L'Ue tira dritto sull'ingresso di Ucraina, Georgia e Moldavia

Giuseppe de Filippi

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L’Ue apre la porta a Ucraina, Georgia e Moldavia. In una delle nostre chiacchiere a cena avevamo parlato delle istituzioni europee come di una specie di blob, quello del film, che, prendendo varie direzioni, non tutte coerenti, riesce comunque ad avanzare e a raggiungere, lentamente ma inesorabilmente, i suoi obiettivi. L’Unione ha resistito a referendum contrari sulla sua costituzione, alla crisi dell’euro, alla pandemia. E sta mettendo in azione le sue capacità di digestione e superamento dei problemi anche con la guerra.

 

Così c’è l’azione convergente di varie istanze europee. C’è il parlamento, che vota con slancio per l’adesione dei tre paesi. C’è un forum informale ma importante, quello di consultazione tra Ue e Balcani, che prende, oggi, un senso speciale per ovvie ragioni geografiche e politiche (evitiamo la crasi che porta male) e c’è il consiglio europeo a decidere, tra oggi e domani, sulle prime attribuzioni dello status di candidato ai tre paesi, mentre la volontà politica espressa dai principali paesi europei sta virando nettamente a favore dell’ingresso, con tappe, dei tre paesi. Tutto questo, insomma, si inserisce in una fase di recupero dell’iniziativa europea, più sul piano politico che su quello militare, ma altrettanto importante. È una risposta, tra l’altro, al rischio elettorale come si è manifestato con le tendenze divergenti viste alle legislative francesi e, per quanto ci riguarda, è anche chiaramente il clima con cui ce la dovremo vedere alle politiche in Italia. 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Guerra vera e propria e guerra psicologica, il ministro della difesa ucraino fa sapere, con un tono non conciliante, di aver ricevuto armi in grado di cambiare la situazione sul campo e ne fa oggetto di comunicazione per spaventare i reparti russi. L’impressione, osservando anche il nuovo atteggiamento di una Germania che ha chiuso le porte alla mediazione, è che il fronte in difesa dell’Ucraina si sia rinsaldato e si sia dato obiettivi più chiari.

 

Fatto #2

La partita del gas si può giocare e anche vincere, per la Russia ora è la fase in cui sono le armi psicologiche (seconda citazione in poche righe) a contare, nell’intento di spaventare gli europei e costringerli a rinunciare alle sanzioni. Ma ogni giorno che passa aumentano le possibilità di avere problemi (gestibili) nei paesi industriali dell’Ue e problemi (non gestibili) dalle parti del fornitore unico, vincolato com’è ai gasdotti esistenti e alla domanda europea. La Russia è già in grave recessione, con il taglio delle forniture passerebbe a condizioni difficili socialmente anche in un paese a forte impronta repressiva. Ecco, poi c’è la politica del furto energetico.

 

Fatto #3

In Francia tornano gli interventi pubblici per ridurre il costo del test Covid di fronte a una possibile nuova ondata.

 

Oggi in pillole