Boris Johnson, dopo la conferenza stampa in cui ha annunciato le dimissioni (Ansa)

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Boris Johnson si dimette e dice che gli rode

Giuseppe De Filippi

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Boris Johnson almeno non fa finta di essere grato al sistema democratico e alla libera espressione del Parlamento, si definisce triste per dover lasciare e non dice che il suo incarico non gli apparteneva ed era sempre stato a disposizione. Insomma, dice che gli rode. E certamente per il suo partito il trauma è tale da non consentire un recupero in tempi brevi, a meno di improbabilissime nuove personalità in grado di tenere insieme la strana convergenza tra conservatorismi saldata grazie alla Brexit. Johnson fece una giravolta per diventare il campione della Brexit e di tutto il resto si sapeva poco. Quel progetto era impossibile e insensato. Lo ha avviato ma non realizzato. Il resto è confusione totale, con l'eccezione importante della partecipazione molto attiva al sostegno all'Ucraina. Appunto

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1
Qui invece c'è il continuo sfracello a bassa intensità del M5s. Giuseppe Conte è confuso più che mai, ora inventa strategie (parola grossa) diverse tra Camera e Senato, il record mondiale dell'autosmentita.

Fatto #2
E, in parallelo, c'è il lavoro di Enrico Letta per rabberciare il campo largo, magari in direzione centrista.

Fatto #3
In Germania abbasseranno i riscaldamenti.

 

Oggi in pillole

 

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