DI COSA PARLARE STASERA A CENA
È il momento di far diventare grande l'Unione europea
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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È il momento di far diventare grande l'Unione europea, specialmente nelle sue articolazioni più fortemente federaliste, quindi la Commissione, relativamente federale, e la Bce, che è invece l’unico potere pieno e assoluto in Europa dotato di una struttura federale del tutto sottratta alle influenze intergovernative (se non in occasione delle nomine). Grande significa anche dotata di visione politica. Perché, altrimenti, restando relegata nella sua sfera regolatoria la Commissione e i suoi addentellati finiscono per incattivirsi nella volontà prescrittiva senza avere più capacità di ragionare in termini generali e, appunto, politici.
I poteri federali rischiano di diventare autoreferenziali e di comportarsi da egoisti offesi e rancorosi, privati dell’accesso alla vera sfera decisionale si vendicano con la puntigliosa regolazione o puntano su progetti, tipicamente a lunga scadenza, con cui saltano il dibattito corrente ma ipotecano il futuro (sottraendo questi esiti, tra l’altro, a una vera discussione politica centrata sul consenso popolare), come sta avvenendo, per fare l’esempio più dirompente, con la ghigliottina al 2035 per i motori termici. Questo non per dare ragione ai critici delle misure delle vongole (regola, peraltro, decisa dall’Italia nei lontani Sessanta e poi ridiscussa dall’Ue) o agli oratori sovranisti da quattro soldi con i loro burocrati di Bruxelles e la loro uscita dall’euro. Anzi, si tratta di togliere il tema della politicizzazione dell’Ue dalle grinfie di quella gente per farne una questione da porre all’attenzione delle forze democratiche e liberali. La vicenda delle banche è di questi giorni e la loro rivolta contro l’ipertrofica e asfissiante regolazione europea è un segnale del cambiamento che potrebbe aspettarci e della necessità di occuparsene nella grande politica europea.
Sta ai governi, paradossalmente, darsi da fare per rendere l’Ue meno intergovernativa e, nello stesso tempo, salvare il progetto europeo. E poi ci sono anche altri problemi di operatività.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
In Iran continua la battaglia rivoluzionaria contro i simboli del potere religioso e del regime oppressivo. È una sfida sul filo della credibilità, per capire quanti iraniani, ancora bloccati dalla paura o da qualche forma di consenso per la cricca al comando, riusciranno a credere più alla forza dei rivoluzionari che a quella dei governanti. Ogni simbolo ridicolizzato o contestato è un tentativo di conquistare pezzi di società, perché si sentano moralmente dalla parte giusta e anche più sicuri di fronte ai possibili sviluppi di una guerra civile. Ogni donna che difende la sua libertà è una stoccata al regime, la cui tenuta è messa sempre più a repentaglio, anche grazie a un paese con molti giovani, con buoni tassi di istruzione, con qualche forma di iniziativa privata e un forte desiderio di libertà. Domani sono previsti nuovi scontri
Fatto #2
Cosa succede nella realtà, e non nella propaganda sui grandi piani di rilancio, quando si tenta di realizzare qualche investimento nelle energie rinnovabili
Fatto #3
La Francia accoglie i migranti della Ocean Viking, Italia sempre più invischiata in chiusure e divieti insostenibili di fronte alle ragioni del diritto. Regole note (e anche sensate)
Oggi in pillole
- Va via Alfredo Altavilla da Ita Airways, era l’unica presenza di rottura rispetto a un lungo passato, quello della cellula madre, Alitalia, fatto di continui salvataggi finanziari da parte dello stato. E oggi arriva, puntuale, un altro pezzo di salvataggio finanziario, con 400 milioni che potrebbe anche consentire un po’ di sopravvivenza, ma poi si porrà di nuovo il problema della incapacità di sostenersi da parte di Ita. Adesso avrà una tregua grazie al governo tifoso delle sigle nazionali, ma poi il conto tornerà a essere presentato
- La protesta dei navigator
- Un po’ di storia del merito e della sinistra. Sul merito qui restiamo dell’idea che si tratti di concetto confuso e non utilizzabile, se non in ambiti ristretti e molto ben definiti, ma il dibattito continua e a cena parlatene
- I simpatici etruschi, maltrattati dai romani, che vollero cancellarne cultura e memoria, riemergono dai terreni argillosi in cui si erano nascosti e ci raccontano come sono andati quei difficili anni di convivenza con i prepotenti romani. Il ritrovamento è straordinario e il ministero festeggia