Foto di Giuseppe Lami, via Ansa 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Il Mes bussa alla porta del governo Meloni

Giuseppe De Filippi

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Il Mes bussa, la Corte tedesca si è sbrigata e, come fa sempre, ha negato le ragioni dei sovranisti e ha confermato la legittimità costituzionale delle norme e degli istituti europei. Insomma, il Mes va bene com’è, lo dicono anche i tedeschi, e ora l’Italia ha un bel salto da fare. Il governo non ha più coperture esterne e deve dire se intende ratificare o no la riforma del Mes. Con la decisione positiva si darebbe anche il via alla realizzazione dell’unione bancaria, con la piena integrazione europea tra banche, a fare da corrispettivo all’unione monetaria. Il governo deve farsi dire sì o no dalla sua maggioranza, nella quale si trovano, però, tante sfumature di opposizione o, almeno, di critica dura. Non sarà facile mettere in riga i parlamentari di maggioranza pieni di risentimenti antieuropei e tirati su a forza di complottismo, molto nutrito nella declinazione contro le banche.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Confindustria, con una certa tenacia, continua a contestare la manovra, soprattutto per il mancato intervento sul cuneo fiscale. Mentre resta ancora da risolvere il nodo micidiale del superbonus e dei crediti non cedibili che ne sono derivati

Fatto #2

Fronda iperleghista contro Matteo Salvini. In tre lasciano il gruppo alla regione Lombardia e si danno alla riscoperta del sovranismo localista, cioè nordista e lombardo. Probabili le ripercussioni sulla stabilità della maggioranza anche nel governo nazionale se lo smottamento leghista dovesse proseguire. A complicare le cose c’è che la linea iperleghista rende i frondisti del tutto inutilizzabili per sostenere una maggioranza nazionale

Fatto #3

Vladimir Putin, confuso e infelice, fa mezze proposte di dialogo, incoerenti ma, ovviamente, da non lasciar completamente cadere

 

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