Foto di Matteo Corner, via Ansa 

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

Perché il Superbonus sta diventando un guaio per le banche

Giuseppe De Filippi

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Sul trattamento dei crediti generati dal Superbonus si va verso guai seri. Il governo, per evitare che si generi direttamente debito pubblico, ferma la possibilità che regioni ed enti locali acquistino i crediti. Ci sono sicuramente delle buone ragioni di bilancio, ma per le aziende e per le banche significa bloccare una possibile via di salvezza con cui smobilitare decine di miliardi. I crediti diventano ancora meno liquidi e si inceppa un meccanismo già micidiale. I costruttori ne parlano in termini drammatici. Mentre nel caos generato dal provvedimento provano a infilarsi, in modo propagandistico, i 5 stelle, dando colpa della situazione alle scelte del governo in carica.

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

I posti di lavoro che non si riescono a coprire (in un mercato del lavoro che, però, regge)

Fatto #2

La Bce va per la sua strada. Ma Fabio Panetta cita Battisti/Mogol, “non possiamo guidare a fari spenti nella notte”, per chiedere ai suoi colleghi del board della Bce di non adottare decisioni automaticamente predeterminate sui tassi ma di farsi guidare dai dati, dalla luce dei dati. E dice anche che è giusto che i salari recuperino potere d’acquisto perso a causa dell’inflazione. “Giusto” in questo caso significa che la politica monetaria non dovrebbe interferire con decisioni dure sui tassi di fronte a trattative sindacali con cui si migliora la parte economica dei contratti a fronte di negoziazioni che comprendano anche la valutazione degli aumenti di produttività. Negli Stati Uniti, invece, i segnali dai prezzi arrivano e non danno indicazioni rassicuranti sui tassi, tutt’altro. E i mercati reagiscono male, con un brutto risveglio per chi sperava in una Fed guidata da colombe

Fatto #3

Il ministro degli Esteri israeliano (prima visita di alto livello dal governo di Bibi Netanyahu) a Kyiv

 

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