Foto di Lewis Joly, AP Photo, via LaPresse 

Di cosa parlare stasera a cena

Gli scontri di Parigi incarnano la debolezza del presidenzialismo

Giuseppe de Filippi

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Gli scontri e le botte a Parigi. Ulteriore prova visibile della mancanza di elasticità politica dei sistemi presidenziali (da cui il consiglio del Foglio di qualche giorno fa al governo italiano: forse il piano per il presidenzialismo è meglio accantonarlo). Perché l’approvazione di una riforma, anche se sensata e ragionevole come quella avviata da Emmanuel Macron per le pensioni francesi, ha bisogno di qualche spazio di manovra con cui concedere qualcosa al dibattito pubblico e al confronto con le forze politiche e sociali.

È sempre possibile concedere qualcosa e mantenere però l’impianto generali di un provvedimento. E quelle concessioni (per esempio qualche forma di flessibilità rispetto alla rigida età di uscita dal lavoro a 64 anni) servono a portare nel recinto del confronto istituzionale, che sia parlamentare o attraverso i tavoli del dialogo sociale, ciò che altrimenti ritroviamo nelle piazze e a quel punto finisce in mano a demagoghi vari e forze antisistema. Con il presidenzialismo non c’è spazio. Macron non potrebbe cedere, neanche volendo, perché glielo impedisce il suo ruolo. Il Parlamento perde di peso. La piazza è dominata dalla rabbia e non certo dallo spirito di mediazione. 

Macron disse e poi ritrattò.

Lunedì però sciopera anche la Germania.

  

Le tre "cose" principali

Fatto #1

E quando il confronto parlamentare non serve a trovare compromessi, neanche per un tema che meriterebbe attenzione e un voto unanime del Parlamento. Perché ci sono di mezzi bambini ai quali si dovrebbe dare tutta la tutela e il sostegno possibili. Invece succede che, per scontri di schieramento, si usi strumentalmente un tema di coscienza come le regole per la carcerazione delle giovani mamme e delle donne in gravidanza, facendo saltare così ogni minima possibilità di accordo e poi l’intero provvedimento

Fatto #2

Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, non sa più come dire che con i rialzi dei tassi bisogna smetterla

Fatto #3

Giancarlo Giorgetti risponde alla camera sulla fase di uscita dalla droga del Superbonus e dice che verranno salvati i lavoratori edili finiti improvvisamente in difficoltà

 

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