Di cosa parlare stasera a cena
Lo scontro tra Lega e Anac e un referendum sulla riforma Calderoli
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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L’Anac è una creatura peculiare dell’assetto istituzionale e regolatorio italiano e lo è diventata ancora di più col tempo, con il passare dei pochi anni dalla sua fondazione nel 2009. Recentemente, più volte, Sabino Cassese (i cui occhi vedrete accendersi in un lampo di antipatia e fastidio quando parla di Anac) ha preso la questione di petto e ha indicato nell’Anac uno dei principali punti di debolezza del processo decisionale e dell’attuazione dei progetti di investimento in Italia. In più interventi, ancora più recentemente, ha criticato il codice degli appalti, quello in via di rielaborazione, proprio perché “scritto sotto dettatura dell’Anac”. Il punto è che l’autorità ora guidata da uno strabordante Giuseppe Busia ha preso l’abitudine di entrare in tutte le fasi della decisione pubblica, dall’elaborazione legislativa fino alla decisione operativa, dall’attuazione fino ai controlli regolatori e a quelli a consuntivo. L’Anac così supera altre competenze, fa confusione, commissaria politica e amministrazione. Il tutto in cambio di nulla, perché non si ha né la garanzia di maggiore legittimità né quella di accelerare la realizzazione dei progetti. Oggi, dopo 48 ore di martellamento contro il nuovo codice appalti (punto dolente per lesa maestà) da parte di Busia è arrivato finalmente un richiamo duro, non dal governo, e dispiace, ma dalla Lega, quindi da una parte della maggioranza, in appoggio anche all’iniziativa sul codice appalti avviata da Matteo Salvini. Busia si è sbrigato a riportare le sue parole a un tasso minore di conflittualità. Se ieri aveva parlato delle nuove norme come perfetta occasione offerta ai sindaci per regalare appalti a parenti e per fare scambi con l’elettorato, oggi ha definito i sindaci quasi eroi, che prendono grandi responsabilità a fronte di un’esigua indennità monetaria. Per la Lega è stato sufficiente per dichiarare chiuso il caso. Ma chiaramente si tratta di una tregua e il ministro e i suoi fanno capire che non accetteranno la tutela dell’Anac e che, perciò, si torneranno a vedere polemiche come quella di oggi
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Ursula von der Leyen, con Emmanuel Macron e altri, prossima a partire per la Cina, in cerca di dialogo, di spazi per un realismo intelligente. Per quante riserve si possano avere sul tentativo di mediazione cinese nella guerra di aggressione russa all’Ucraina, obiettivamente fatto di fuffa propagandistica, una missione come questa può servire, se non altro, a capire quanto possono pesare le relazioni economiche, per le quali l’Ue ha molto peso (diversamente dalla Russia putiniana, economicamente molto debole)
Fatto #2
Un referendum che avrebbe buone possibilità di successo (quello contro la riforma costituzionale autonomista di Calderoli) e che, nel momento della legislatura in cui potrebbe arrivare, avrebbe anche un valore politico
Fatto #3
Volodymyr Zelensky al parlamento austriaco e i deputati di estrema destra escono dall’aula, mentre anche i socialdemocratici mostrano un bel po’ di assenze (per capire che aria tira più si va verso paesi in cui l’influenza russa si fa sentire)
E la strategia russa per destabilizzare i paesi vicini non facenti parte della Nato e usarli in chiave antieuropea e antiucraina
La guerra e i bambini e gli adolescenti ucraini. Con il racconto personale di Zelensky
Oggi in pillole
- È un po’ di giorni che si parla di questa storia, quindi è un ripescaggio, ma tanto non cambierà nulla nelle prossime settimane e il tema resterà valido. Semplicemente non è possibile accettare lo spreco di risorse, il danno ambientale, il disservizio, nella raccolta dei rifiuti a Roma, con l’assurdo invio settimanale in treno verso Amsterdam della spazzatura romana. La questione non è locale, non è circoscritta, perché è un’enormità politica, è la certificazione dell’incapacità di funzionare per la principale amministrazione locale italiana. Ed è terreno di esibizione delle peggiori tesi antiscientifiche e contrarie all’uso della tecnologia per affrontare i problemi collettivi (per questo ci interessa e ne parliamo a cena)
- Re Carlo in Germania, al Bundestag parla tedesco e si adegua cromaticamente alle poltrone dei deputati oltre a vestirsi con un colore da re settecentesco. L’ambasciatrice britannica in Germania pubblica foto molto azzurre. Il re parla di rapporti tra i due paesi, di sostegno congiunto e convinto all’Ucraina, di collaborazione nelle energie rinnovabili
- Ha ragione Bobo Craxi, nel testo e nel sottotesto
- I 12 del premio Strega
- Oggi molti tweet di ambasciatori, questo per dire che, se a Roma, c’è tanto cinema francese da vedere