Di cosa parlare a cena stasera

La partita tra governo e Corte dei conti sul Pnrr entra nel vivo

Giuseppe De Filippi

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Ancora un quadro generale che sembra favorevole per iniziative rilevanti di politica economica. Il tasso di inflazione si dà una piccola calmata e fa immaginare che, esclusi altri choc sul versante energetico, il percorso verso una condizione di maggiore stabilità dei prezzi sia avviato. Le previsioni sulla crescita restano sostenute e tutte sono riviste al rialzo. L’occupazione fa segnare record di mese in mese e probabilmente avrà una spinta ulteriore con le scelte in materia di contratti di lavoro. Certo, i problemi strutturali sono tutti lì, ma è proprio nei momenti in cui l’andamento generale dell’economia dà un po’ di respiro che si può pensare di intervenire sui mali antichi e radicati. Nell’incontro con i sindacati è sembrato che, almeno sulla previdenza, la premier è pronta a scegliere la via del realismo e della solidità dei conti anziché quella del populismo immaginifico e delle elargizioni elettorali. Analogo coraggio servirà per liberarsi dell’ossessione del Mes.

E l’unica soluzione è quella degli psicanalisti da bar e cioè andare a guardarlo negli occhi questo benedetto Mes, ratificarlo e finalmente esorcizzarlo (ne parlavamo ieri a cena). Mentre coraggio assieme a un po’ di tecnica servono per accelerare nel dossier sulla delega fiscale. Coraggio, tecnica e buona politica, oltre a tanta sana ortodossia europeista, sono richiesti per non impantanarsi sul Pnrr (oggi c’è stata la cosiddetta cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi). Governo e maggioranza, bisogna ammetterlo, sono fortunati, dote non da poco in politica, perché possono incidere su tutti i temi appena elencati e trarne vantaggio.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1
Anche perché oggi il premio dell’ottimismo, ovviamente contemperato da un profondo realismo, è andato al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Nelle sue ultime considerazioni finali si è trovato più volte a riconoscere la propria stessa sorpresa di fronte alla vitalità delle imprese italiane, cioè di un settore produttivo che ha assorbito, senza scosse, batoste come la pandemia, l’aggressione russa in Ucraina, il rialzo dei tassi. Ma vari nodi restano e alla lunga possono indebolire l’economia italiana. Dai livelli di evasione fiscale all’invecchiamento della popolazione, dai giovani lavoratori compressi tra contratti a termine e basse retribuzioni alla qualità della pubblica amministrazione. 

 

Fatto #2
A proposito di cose da fare e di Pnrr la partita con la Corte dei conti è giocata con una certa intensità. Il tema delle ingerenze preventive con cui si blocca il processo decisionale è reale e non è una cosa del centrodestra ma è una questione che riguarda l’effettività e la libertà della politica. ora dalla Corte dicono che con il governo non c’è nessuno scontro, i massimi magistrati contabili andranno prestissimo a parlarne direttamente a Palazzo Chigi. L’opposizione mostra l’emendamento con cui si intende cambiare e ridurre lo spazio di intervento della Corte. Ma nelle stesse parole riportate c’è l’intenzione di procedere a “una complessiva revisione della disciplina sulla responsabilità amministrativa e contabile”, che è un punto politico, al quale non ci si può opporre con un ripetitivo appello alla legalità, ed è un punto sul quale molte delle forze sociali sono a favore di un cambiamento.

Fatto #3
“Mettetevi comodi, siamo qui per restare”, dice Elly Schlein a chi comincia a fare qualche domanda sulla qualità della sua guida del maggiore partito di opposizione. Il Foglio ci porta alla sua pagina Instagram dove è stata illustrata la posizione della leader Pd. 

 

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