Perché a Forza Italia dopo il Cav. serve un po' di cultura politica

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Chissà cosa può succedere a Forza Italia (con sondaggi in aumento), tra scenari imprevedibili e la possibilità di aprirsi perfino un possibile futuro politico, se il composito gruppo dirigente sarà capace di usare intelligenza e generosità reciproca. Altra questione sarà, poi, quella dei contenuti ideologici e programmatici (scusate il tono un po’ pedante). Perché finora, aldilà di genericissimi riferimenti al liberalismo o al popolarismo, Forza Italia non ha avuto una vera ideologia e neppure un vero programma. È fin troppo evidente che si reggeva tutto sul carisma personale di Silvio Berlusconi e sulle sue scelte, a volte imprevedibili anche per gli stessi colleghi di partito. Ora servirebbe un po’ di scuola di politica per rimettere in attività la capacità di elaborazione dei dirigenti del partito berlusconiano (la scelta di tenere il nome del fondatore anche nel simbolo è stata sensatamente spiegata da Maurizio Gasparri riferendosi al gaullismo perdurante in Francia anche dopo la morte di Charles de Gaulle), anche perché, con Giorgia Meloni governante, i concetti stessi di liberalismo e popolarismo vanno ripensati e proposti agli elettori in modi nuovi.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

I cambiamenti del patto di stabilità. La posizione italiana è politicamente interessante, ma debole sul piano negoziale. Un aiuto potrebbe arrivare dalla Francia, ma attenti ai precedenti storici non incoraggianti.

Fatto #2

I segnali di raffreddamento della crescita italiana, con l’export che frena e l’inflazione che resta troppo alta.

Fatto #3

E.M. incontra E.M. e chiede di investire in Francia. E intanto rimpasta il governo.

Oggi in pillole

• La mediazione africana tra Ucraina e Russia (la delegazione ha visitato Kyiv sotto i bombardamenti russi).

• Papa Francesco sta meglio, esce dal Gemelli e conferma gli impegni dei prossimi giorni.

• Si può sempre parlare dei temi della maturità.

• L’addio a Flavia Franzoni.