Come cambia il Pd. Spunti dalla rissosa direzione nazionale

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La direzione del Pd quasi messa in ombra dai postumi della partecipazione di Elly Schlein alla manifestazione dei 5 stelle. La questione si è imposta anche nella discussione di oggi, con le parti avverse ancora più rissose e declamatorie. La distanza politica tra gli entusiasti e i detrattori della linea schleiniana sta superando il livello di sicurezza. L’impressione è che il Pd sia destinato a cambiare in modo profondo, aprendosi a nuove possibilità (abbastanza confuse, però) ma rischiando di perdere i legami con il suo passato. Che “da soli non si vince” è certamente vero, ma la definizione del nuovo campo è fatta da Schlein in modo affrettato e senza forza trainante.

Il Pd, che resta il secondo partito nazionale per forza elettorale, sembra ossessionato da progetti di alleanza di breve termine, tanto da accettare una forte perdita di identità pur di tenere a braccetto Giuseppe Conte, mentre non propone nulla che vada oltre un campo di intese predefinito e asfittico. Tutto, poi, viene presentato da Schlein con toni di sfida interna al Pd, come in una specie di tarda retorica della rottamazione. Un po’ meglio, invece, l’idea di mesi di azione militante contro il governo su temi come il Pnrr e l’autonomia regionale. Mentre a dare respiro sulle alleanze c’è l’indicazione di qualche spiraglio con Carlo Calenda, non proprio una cosa esaltante

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Il ritorno di qualche forma di dialogo tra Usa e Cina e l’identificazione di interessi comuni legati alla stabilità mondiale e alla crescita economica. L’iniziativa diplomatica condotta dal ministro americano Antony Blinken sta avendo successo ed è stata suggellata dall’incontro con Xi Jinping e con un colloquio sincero, diretto, sostanziale e costruttivo. Sono pessime notizie per Vladimir Putin

Fatto #2

Cosa sta succedendo al sottomarino scomparso durante una visita turistica al relitto del Titanic. Ci sono ricerche in corso e molta apprensione

Fatto #3

Il rapido collasso della mani pulite euro-belga. Tanta rapidità e tanta crudeltà nel buttare in pasto all’opinione pubblica i presunti corrotti del Parlamento europeo e altrettanta rapidità, ora, nei contraccolpi sotto ai quali sta finendo in buffonata la stagione del giustizialismo brussellese, un po’ dipietrista e un po’ fattista

Oggi in pillole

• In Iran prosegue il lento lavoro contro il regime
• Le ultime rilevazioni sul riscaldamento del clima in Europa
• E il gran caldo italiano, roba da meteo, che, invece, dura poco
• Fotografare i campioni di scacchi