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Di cosa parlare a cena stasera

Le critiche legittime del governo alla Bce e quelle senza senso sul Mes

Giuseppe De Filippi

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Un europeismo maturo, ovvero vissuto e praticato, prevede che si possano dare giudizi anche sull'operato della banca centrale. Sembra poco ortodosso ma è meglio prendere posizione sui temi correnti e sulle scelte della Bce, anche per contestarla duramente, anziché rifugiarsi in scemate come l'uscita dall'euro o i minibot. Le critiche espresse e pubbliche alla politica monetaria possono essere controproducenti, perché la risposta della Bce può ragionevolmente essere una continuazione ancora più ostinata delle politiche contestate per dimostrare la propria indipendenza dal potere dei governi. Ma è vero anche che una critica aperta e ragionevole (cioè formulata dentro al quadro di una politica monetaria comune) dà vita e sostanza all'appartenenza all'area dell'euro vista come sistema politico e sociale integrato. Insomma, non sparate sul governo per aver rotto il silenzio sulle mosse della Bce.

Che poi c'è anche la Cgil, dove però la chiave, pericolosamente populista, è nella definizione di inflazione da profitti. Che è un aggiornamento del vecchio schema della lotta agli speculatori, schema dalle conseguenze sempre nefaste. Meglio il taglio delle critiche governative di questo proposto dalla Cgil

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1
Completamente diverso, anzi speculare, è l'atteggiamento del governo italiano sulla vicenda del Mes. In quel caso non ci sono critiche, confronti, prese di posizione, ma c'è solo la fuga dal ragionamento sensato. O verso il silenzio meloniano oppure verso il complottismo fantasmagorico di stampo leghista. 

Fatto #2
Che poi proprio oggi l'attestazione di un nuovo rallentamento dell'inflazione. E dell'industria

Fatto #3
Cosa voleva combinare Prigozhin. Mentre si parla di epurazioni in corso tra alti gradi dell'esercito russo

 

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