di cosa parlare stasera a cena

Gli invitati (e gli esclusi) alla festa di FdI e la bufera su Facci

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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La festa che comincia, gli invitati e quelli che, come si dice nello slang scioccherello della mondanità, “non sono stati pregati”. Il “chi ci sarà e chi non ci sarà” alla celebrazione annuale del fratellismo d’Italia ci dice tanto sulle condizioni del governo e della maggioranza. Sì, l’orizzonte economico porta qualche nuvola, ma la vera partita per la sopravvivenza è diventata quella con la magistratura. E pensare che non era la loro partita, almeno all’inizio. Anzi, tra gli antenati di FdI c’erano i lanciatori delle monetine a Craxi e il loro partito è il campione mondiale degli inaspritori di pene, è oro olimpico dei buttatori di chiavi, è primatista nella individuazione di nuovi reati e di nuove aggravanti. La disfida con i magistrati la vivono anche male, come ha scritto il Foglio. La riforma alla quale sta lavorando Carlo Nordio è un’altra cosa. Nasce per conto suo, separata dalla disfida in corso, ma inevitabilmente ne viene assorbita. E ora qualche consigliere un più ispirato deve aver suggerito, sempre che si faccia in tempo, di calmare i bollori, fare qualche ragionamento politico e distanziarsi un po’ dalla prima fila delle partite aperte con le procure. Daniela Santanché e Ignazio La Russa, protagonisti diretti o indiretti di note vicende giudiziarie, “non sono stati pregati” di partecipare alla Festa. Sarà pure un piccolo segnale ma a cena parlatene.

     

E Filippo Facci? Ha preso la prima fila, portando su di sé l’attenzione nella vicenda della violenza sessuale denunciata dalla ragazza portata a casa dal giovane Leonardo Apache (appropriazione culturale?) La Russa. Facci si è scusato, mentre imperversa la polemica sul suo nome, da bloccare, per gran parte delle opposizioni, prima che arrivi ad avere il famoso spazio intorno alle 13, orario un po’ strambo per i suoi temi, su una rete Rai. Lui sconta un po’ anche il cambiamento in corso, l’aria e i modi da tipaccio stanno passando di moda. E forse sarebbe bene lasciar stare e spoliticizzare tutta la vicenda, pur di fronte a quel cognome. Anche per consentire l’accertamento dei fatti secondo procedure certe e secondo i migliori criteri di giustizia. Unica cosa sensata da chiedere

  
Le tre "cose" principali

  

Fatto #1

Threads, la piattaforma di Meta per testi brevi con interazione, va molto forte e tra poco qui la sfrutteremo. Parlatene a cena e preparatevi a trasferimenti in gruppo verso il nuovo social politico e giornalistico

  

Fatto #2

Carlos Tavares, capo di Stellantis, non fa concessioni né favori ai paesi di riferimento della sua azienda, Italia e Francia. È inutile tentare con lui l’approccio simpatizzante o tentare di buttarla sulla difesa astratta di interessi nazionali. Meglio provare con qualche solido argomento economico e regolatorio. Il ministro Adolfo Urso ha lasciato stare i toni accusatori e lo ha incontrato oggi a Roma con proposte basate su misure di sostegno agli investimenti e alla produzione nazionale e con una regolazione favorevole alle automobili di nuova concezione. Forse così si riuscirà a portare in Italia nuove produzioni e a rafforzare quelle esistenti, l’obiettivo è arrivare a un milione di vetture all’anno. I due si rivedranno a fine mese. Per ora ci sono impegni verbali, ma con qualche garanzia in più, anche grazie a misure europee come quelle su energia e transizione, le linee produttive delle fabbriche di automobili in Italia potrebbero tornare a lavorare a pieno ritmo, dopo le recentissime delusioni sui due nuovi modelli Fiat, uno destinato alla produzione in Polonia e l’altro in Marocco

  

E i sindacati da mesi si battono per tutelare l’industria meccanica e le produzioni automobilistiche con un’attenzione speciale per il Mezzogiorno 

 

Fatto #3 

In Confindustria si sono proprio scocciati del modo in cui la Commissione europea decide sulle questioni della produzione sostenibile e sulle regole per l’economia circolare. Da tempo la filiera italiana del riciclaggio di materiali di scarto, come plastica e carta, è in tensione con Bruxelles. È una diatriba che potrebbe sembrare assurda a chi non la conosce. Con le regole europee, questo è il problema, si considera economia circolare solo il riuso di imballaggi e contenitori così come sono, mentre non è riconosciuto il riciclaggio delle materie di cui imballaggi e contenitori sono fatti. Quindi riciclare il PET di una bottiglia e farci un’altra bottiglia non sarà più consentito, mentre riusare un contenitore sì. Non ha senso, ma alla commissione non si spostano di un millimetro. E perfino un europeista, solitamente non polemico, come Carlo Bonomi ha dovuto far ricorso a espressioni non sue abitualmente, accusando il commissario Frans Timmermans di un approccio ideologico sui temi della sostenibilità

 

Oggi in pillole

  • Dove va l’inflazione (scende ma non troppo) e dove va la crescita (regge ma si indebolisce) secondo le aziende sondate da Bankitalia
  • Non è sempre necessario fare commenti oltre il dovuto. Il ministro dello sport Andrea Abodi di fronte alla richiesta di un commento sulla comunicazione pubblica della propria omosessualità da parte di un calciatore avrebbe dovuto semplicemente prenderne atto e, magari, augurare al giocatore una buona stagione sportiva. Invece ha ritenuto di dover aggiungere qualcosa, per dire la sua e criticare presunte, o meglio del tutto inesistenti, ostentazioni da parte del calciatore, e si è preso una valanga di critiche
  • Perché fare sempre gli scemi o gli scemi/provocatori quando si tratta di intelligenza artificiale?
  • De Laurentis assicura che Osimhen indosserà la nuova maglia del Napoli. Ecco la maglia (intanto)
  • Congratulazioni a tutti e congratulazioni specialmente foglianti a Salvatore Merlo