(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Così l'Ue assegna a Mario Draghi un ruolo politico

Giuseppe De Filippi

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Chiedere a Mario Draghi di preparare un documento sulla competitività europea, come ha detto oggi Ursula von der Leyen, non è semplicemente il riconoscimento della sua competenza e del valore della sua lunga esperienza tra banche centrali e governi europei. Limitandoci agli aspetti tecnici di questo incarico ne perderemmo gran parte del significato. La comunicazione pubblica della decisione di chiedere un contributo intellettuale e programmatico a Draghi arriva a pochi giorni dalla pubblicazione di una sua analisi sull’Economist in cui indicava in “nuove regole e sovranità condivisa” la strada per rafforzare l’Ue nella ricerca, nell’industria, nella presenza commerciale, nella difesa, nella capacità di influenza mondiale. Si capisce che non gli si chiede uno studio da tecnico dell’economia, ma di dare all’Ue la capacità di riorganizzarsi per trasformare la sua dimensione di maggiore mercato mondiale e di blocco costruito sullo stato di diritto e sulla democrazia in una posizione di forza nel mondo. Niente di più politico, insomma. E niente di più importante, perché la transizione indicata da Draghi nel suo testo per l’Economist è il programma più ambizioso e assieme realistico che l’Ue potrebbe darsi. La sensazione, aumentata dalla assenza totale di Draghi dal dibattito interno italiano, è che si tratti di questioni lontane e superiori rispetto all’asfittico scontro politico nazionale. In un singolo paese ci si può accapigliare per qualche stupidaggine da inserire o no nel bilancio per il 2024 o per quella che noi chiamiamo la manovra. Ma la trasformazione dell’Ue attraverso le “nuove regole e la sovranità condivisa”, comprendendo ovviamente la creazione di una politica di bilancio comune, mostrerebbe la portata davvero modesta delle beghe nazionali e darebbe una prospettiva completamente nuova al confronto politico.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Il superbonus almeno non verrà prorogato.

Fatto #2

La Bce, un po’ offesa anche per l’invasione del campo su cui vigila, sconsiglia fortemente all’Italia di procedere con la tassazione dei profitti bancari derivati da maggiori tassi di interesse. Tra le ragioni contro la tassa ci sono anche gli effetti di disturbo sulla politica monetaria. Ah, intanto c’è una nuova responsabile della vigilanza bancaria europea, la tedesca Claudia Buch (che sostituisce l’inflessibile italiano Andrea Enria).

Fatto #3

Nicola Gratteri cita il Fatto che parla di Gratteri e annuncia la sua nomina. Gli auguri di Matteo Salvini. Il Foglio aveva dato già da giorni la nomina per certa.

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