La bella telefonata tra Meloni e Zelensky

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Contro la stanchezza, quella presunta, europea, di cui Giorgia Meloni parlò nella famigerata telefonata con i due comici/agenti russi, la cosa migliore è un’altra bella telefonata. Questa volta al numero giusto e con l’interlocutore giusto e dall’identità accertata.

Le tre "cose" principali

Fatto 1

Con Hamas divisa in due, tra gli uomini sul campo, fuggiti o nascosti a Gaza, e i dirigenti lontani, in Qatar, è in corso una trattativa parziale e forse non troppo affidabile per la liberazione di cinquanta ostaggi contro tre giorni di tregua. Si consiglia di non prenderla troppo sul serio. Mentre le forze israeliane aumentano il controllo delle zone di Gaza nelle quali funzionava parte del centro decisionale di Hamas e della logistica dell’organizzazione terroristica e ne distruggono parte della forza militare. Avanzamento e presidio del territorio non erano stati previsti dalla strategia terrorista, la possibilità di procedere gradualmente e consolidando le posizioni è invece ciò che rende strategicamente vincente la manovra israeliana.

E c’è anche l’altro fronte, dove però la situazione resta tesa ma stabile.

Il ridicolo (tragico) della Bbc.

E poi c’è Giuseppe Conte che vuole sospendere improbabili invii di armi italiane.

Fatto #2

Crescita striminzita nel 2024. Se questa maggioranza vuole rivincere le elezioni non può contare solo e nuovamente su argomenti emotivi e sulle paure da gonfiare e da strumentalizzare. Servono anche scelte favorevoli al lavoro e alle imprese. Ma concorrenza e competitività sembrano fuori dall’agenda. Dalle nostre cene verrebbe voglia di consigliare il rapido riavvio della politica per lo sviluppo.

Fatto #3

A precettazione avvenuta ecco le risposte di Maurizio Landini e di Pierpaolo Bombardieri a Matteo Salvini. Lo scontro un po’ si ammorbidisce.

Come non si fa una mobilitazione sindacale.

Oggi in pillole

• In Uk la corte suprema boccia e sospende l’applicazione del progetto di trasferimento in Ruanda dei migranti tentato dal governo conservatore
• La Spagna rischia di sbandare dietro alle rivendicazioni catalane e basche e cercando di combattere il populismo di destra con altrettanto populismo
• Il dopo Djokovic per Jannik Sinner