Il fallimento dell'intelligence israeliana e Orbán contro tutti

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Molte cose sono note o quasi note ai servizi segreti dei paesi più esposti ad aggressione, ma c’è una forte differenza tra conoscere un rischio e riuscire a prepararsi per contrastarlo sempre e comunque. La lezione del 7 ottobre per la sicurezza israeliana passa anche per queste rivelazioni del New York Times e per le successive valutazioni fatte dalle autorità del paese.

Le tre cose principali

Fatto #1

Viktor Orbán, contrastando l’azione dell’Ue per l’adesione dell’Ucraina, si mette da solo contro tutto il resto dei paesi europei. Sembra non rispondere alle profferte della presidente della commissione Ursula von der Leyen, dalla quale proprio ieri è venuta l’indicazione di un consistente invio di sostegni economici all’Ungheria. In questo modo la pazienza degli altri partner è messa alla prova e l’esito estremo, con una specie di sospensione dell’Ungheria dalla partecipazione al consesso Ue, non è più completamente inverosimile.

Fatto #2

Giorgia Meloni va alla Cop28 e lascia da parte gli allarmi e gli allarmismi sul clima per concentrarsi sull’impegno italiano (ancora da realizzare) a favore dell’Africa.

Fatto #3

Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri chiudono la lunga sessione di scioperi contro la manovra. Il governo, in replica, tiene un tono basso (Matteo Salvini semmai preferisce litigare con i sindacati dei trasporti, sapendo di avere gioco facile con l’opinione pubblica).

Oggi in pillole

• Guido Crosetto ha preso a cuore il dossier giustizia e non lo molla. Le sue uscite vanno messe in relazione anche allo stallo della maggioranza sulla riforma complessiva del sistema giudiziario
• l’Italia contro la carne coltivata
• l’estrema destra che spaventa l’Europa