Di cosa parlare a cena stasera
Il Mes rompe la maggioranza: vince l'antieuropeismo targato Lega
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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C’è qualcuno, tranne Claudio Borghi, che voterà Matteo Salvini per questo? Qui, chiacchierando a cena, diremmo di no. E allora l’altra possibilità è che il leader della Lega faccia queste scelte (che poi ha rinforzato chiedendo indietro i soldi con cui l’Italia aveva contribuito alla dotazione del Mes) per mettere in crisi un governo di cui è solo un socio minoritario. Perché è vero che hanno votato contro anche i deputati di FdI, ma è leghista la prima mossa, alla quale poi il maggiore partito della coalizione si è allineato per non restare scoperto sul fronte dell’antieuropeismo, decidendo di non suonare l’altra campana rispetto alla Lega, mentre Forza Italia sceglieva un’astensione smunta e inefficace. Ha ragione anche Claudio Cerasa, la situazione è grave ma non seria perché l’Italia si è vincolata alle regole europee attraverso altri accordi, a cominciare dal nuovo patto di stabilità. Ma anche Veronica De Romanis dice una cosa sensata, quando ricorda che le recentissime scelte italiane in campo europeo andavano semplicemente rovesciate.
Insomma, l’Italia ha preso la parte disciplinante e punitiva dell’Ue e del sistema dei paesi dell’euro e non ne ha preso la parte protettiva (il Mes). Facile fare i sovranisti, facile isolarsi, quando non si ha bisogno di niente. Ma con il nostro debito e con le conseguenze imprevedibili di qualche crisi esterna la necessità della solidarietà europea può sempre essere utile. E altre forme o sorgenti di solidarietà finanziaria nel mondo non ne esistono. Ci sono due ministri estremamente indeboliti da questa vicenda. Il primo è Giancarlo Giorgetti, da qui in avanti messo nell’angolino in Ue e colpito da un probabile anatema tedesco, perché senza Mes salta anche l’unione bancaria, di cui la Germania aveva legittimamente bisogno. Adesso la Germania se ne sta buona perché la sua economia è in frenata, ma sottovalutare la reazione tedesca sarebbe proprio un’ingenuità. Il secondo è Antonio Tajani, ministro degli esteri di un paese che non mantiene gli impegni, sia pure di governi precedenti, per l’approvazione di un trattato internazionale e che disprezza il sistema della solidarietà europea.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Va poi ricordato che anche l’opposizione si è divisa in tre, aggiungendo alle due opzioni della maggioranza, contrari e astenuti, anche quella dei favorevoli. Lucido nel Pd Enzo Amendola, più confusi i 5 stelle, anche perché eredi del governo Conte, firmatario del Mes, e poi guidati dal Conte d’opposizione, contrario al Mes. Degli astenuti all’opposizione non si capisce bene il senso. Ha ragione anche Enrico Borghi.
Fatto #2
Leggete Giuliano Ferrara per poter parlare di Donald Trump, delle sue scelte antidemocratiche e anticostituzionali, e delle varie corti degli stati e di quella suprema federale.
Fatto #3
Poi c’è la Corte di giustizia europea, che apre alla concorrenza l’organizzazione dei tornei di calcio internazionali per club. Non è detto che rispunti la Superlega come era stata congegnata nel tentativo precedente, ma certamente si muoveranno molte cose nel mondo calcistico, con l’obiettivo di avvicinare di più alle squadre il business e i ricavi delle grandi competizioni come potrebbe andare a finire. A cena un po’ si tifa e qui c’è un Andrea Agnelli con l’aria non solo del tifoso ma anche un po’ del conte di Montecristo. Il dibattito comunque sarà travolgente, ebbro, snervante, come sempre succede quando si parla di calcio.
Oggi in pillole
- La benechiarenza di Chiara Ferragni continua a produrre accertamenti.
- L’improvviso sciopero natalizio dei ferrovieri Eurostar nel Regno Unito
- Attenti a chi vi scrive a Natale.