DI COSA PARLARE STASERA A CENA
Il bicchiere mezzo pieno sull'inflazione
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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È di pochi giorni fa il comunicato di fine anno solitamente allarmistico da parte di una nota associazione di consumatori in cui si tratteggiava la stangata 2024, calcolando aumenti di prezzi fantasiosi e lanciandosi in proiezioni lineari campate in aria. Da quelle stime senza senso emergeva la tradizionale, rituale, batosta per le famiglie italiane, di cui pure qualche giornale ha parlato prendendola sul serio. La lezione che se ne può trarre è che la mentalità inflazionistica, ovvero le aspettative di inflazione, è qualcosa di radicato, profondo, istintivo. Una piccola vicenda, quella del comunicato di chi si erge a rappresentante dei consumatori, che serve anche a capire quanto sia difficile il compito delle banche centrali quando c’è da tenere a bada una fiammata dei prezzi. E allora, nella linea ottimista fogliante, guardiamo a questo episodio come una lezione utile, mentre ci apprestiamo a vedere nel 2024 un decisivo rallentamento del tasso di inflazione e qualche spiraglio di riduzione dei tassi di interesse. Anche perché il piatto forte degli aumenti presunti era ancora una volta l’energia, i cui prezzi stanno però andando in direzione opposta a quella temuta.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Le armi italiane alla Russia e l’Italia primo fornitore dopo l’invasione della Crimea
Fatto #2
I missili russi sulle città ucraine e i missili inglesi forniti in gran fretta per rafforzare difese e capacità di risposta ucraine
Fatto #3
Giancarlo Giorgetti, arrampicandosi sugli specchi, ha ritrovato un po’ di slancio. Tuttavia, la politica economica resta poco rappresentata in questo governo, con anche fatti di rilievo, come l’attuazione della delega fiscale, lasciati da parte, non discussi, non messi al centro della comunicazione governativa
Oggi in pillole
- Gianluigi Paragone si accorge di aver perso i tempi belli del giornalismo e della politica anti-europei. Cioè, ha strillato e imprecato finché la polemica contro l’Europa serviva all’opposizione e poi è rimasto da solo quando gli altri si sono istituzionalizzati e hanno conquistato il potere. La polemica sul Mes e l’azione leghista nella direzione contraria a Bruxelles gli offrono il destro per uscire dalla sua ItalExit, che qualche voto lo ha, portandosi dietro il suo cognome e quindi togliendolo dal simbolo degli aspiranti uscitori. Possibile l’esito in casa leghista, magari alle europee. In ogni caso non preoccupiamoci, l’operazione Mes si sta mostrando con chiarezza come un danno all’Italia, che diventerebbe più grave solo in caso di nuove crisi bancarie. Ma per ora è solo un fastidio, mentre la politica e i mercati finanziari (vedere spread) guardano più ai vincoli accettati con il nuovo Patto di stabilità, intoccabile ovviamente, che allo sciocco tafazzismo sul Mes. In questo quadro anche Paragone in lista diventa un caso di rientro dalla mancata exit, cioè una semplice buffonata
- Francesco Lollobrigida fa rinsavire il collega di partito che voleva dare i fucili da caccia ai sedicenni
- La grande competizione europea dell’Hockey su ghiaccio