Meloni vs Stellantis. La tattica elettorale della premier

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Giorgia Meloni si è scelta il nemico ed è una scelta che sa di tattica elettorale. Perché non c’è niente di meglio della neo-Fiat, Stellantis, per funzionare da bersaglio senza che chi scaglia le sue frecce abbia qualcosa da rischiare. Anche perché i contrattacchi antimeloniani che arrivano da Repubblica sono esattamente ciò che serve alla strategia della presidente del Consiglio, alla quale viene offerta la posizione di vittima di un potere antico, consolidato, pervasivo. La Repubblica forse ne beneficerà anch’essa, magari conquistando la posizione di punta nelle critiche al governo come ai tempi del berlusconismo, ma sarebbe un vantaggio di breve respiro. Intanto, saltando Repubblica, è stato direttamente il numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, a rispondere a Meloni, evocando, con una certa astuzia, la delusione e il malcontento non suoi ma dei 40 mila lavoratori del gruppo in Italia. Insomma, ha tentato di rispondere a italiano, italiano e mezzo. Vedremo.

Le tre cose principali 

Fatto #1

L’assedio di Khan Yunis è un punto di svolta della guerra tra Hamas e Israele. I terroristi di Hamas non usciranno dall’area senza arrendersi. Va osservato ancora una volta il sostanziale disimpegno dei paesi arabi vicini. Rilevante anche la quantità di aiuti che può comunque raggiungere Gaza

Fatto #2

La guerra russa di occupazione dell’Ucraina va avanti con bombardamenti contro civili e impossibilità di migliorare le posizioni militari. La speranza è il logoramento interno del potere putiniano

Fatto #3

Sulla vicenda del Teatro di Roma c’è un fantastico Claudio Petruccioli a smontare l’indignazione. A gridare che il re è nudo non è il bambino ma il vecchio militante

Oggi in pillole

• Aumentano i passeggeri al principale aeroporto israeliano nonostante la guerra
• Il comune di Livorno sconfitto nel tentativo di opposizione legale al rigassificatore, una sentenza che può fare scuola
• Le mezze privatizzazioni
• Toh, Forza Italia
• Jannik Sinner va alle semifinali e lo dice con meno lettere possibile (d’altra parte c’è arrivato col minor numero di set possibile)
• Chi si batte per l’Oscar
• La vita di Gigi Riva