Di cosa parlare a cena stasera
Per la protesta dei trattori, Sanremo è il palco giusto
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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È troppo, è poco? No, per la ineffabile protesta agricola, con i trattori a trasformare in colpo d’occhio impressionante quella che sarebbe una piccola manifestazione, Sanremo è il palco giusto. Perché tutto lì si trasforma e si mischiano gli alibi e le ragioni (ci perdoni l’a-sanremista De Gregori) e perché Sanremo è fatto di enorme intensità e poi di vuoto, successione ideale per una protesta di cui non sono chiare le ragioni ma che dà chiaramente l’impressione di non avere la possibilità di una lunga tenuta sulla scena pubblica. Si incassi, insomma, il premio della critica o della giuria popolare che sia, si prenda per qualche minuto lo spazio nazionale dell’Ariston, con la ribalta al posto della sala verde a Palazzo Chigi e con Amadeus (“giusta la protesta dei trattori”, ha detto) al posto di Lollobrigida.
Meglio così, un canto si leverà unico nel paese a celebrare l’agricola comunione nazionale. Tutti solidali col trattore più vicino, tutti commossi e un po’ innamorati del pio bove. "L’Ue affama gli agricoltori". Non è vero ma a Sanremo si può dire, anche perché all’European song contest i trattori non li fanno entrare e allora non resterà che tifare per il rappresentante italiano perché nella sua canzone, magari tra le righe del testo o con una opportuna scritta sulla maglia, rappresenti a tutto il pubblico il prezzo da strozzo che viene pagato per il grano ai produttori primari.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Una missione seria e di grande responsabilità sulla quale dovrebbe esserci piena unità d’intenti tra forze parlamentari, ma si vede invece tutt’altro e altri aerei da caccia in arrivo per l’Ucraina.
Fatto #2
Giorgia Meloni in Giappone ottiene successi e risultati, anche perché c’è molto da valorizzare nel rapporto tra due sistemi produttivi simili nelle cose migliori che fanno e c’è un bel po’ di sana iniziativa comune per quella che una volta si chiamava politica industriale. E dalla capacità di Meloni sulla grande scena internazionale deriva un consiglio che condividiamo da Marco Taradash.
Fatto #3
Ah, intanto Meloni accoglieva le dimissioni spavalde di Vittorio Sgarbi (immaginiamo con un certo sollievo), cui seguirà un meno dannunziano ricorso al Tar.
Oggi in pillole
- Qui, intanto, il ritmo produttivo della storica industria automobilistica è al minimo.
- In condizioni di bassissima visibilità per la nebbia servirebbe il limite a 30 chilometri orari anche in autostrada e soprattutto dovrebbero esservi pattuglie a imporre tassativamente il divieto di sorpasso e l’obbligo di procedere incolonnati e a distanza. La nebbia non c’è tutti i giorni, ma quando c’è, è incompatibile con il modo in cui si guida normalmente su autostrade congestionate.
- Brutta situazione per la siccità.
- In Senegal il governo uscente (uscente?) impone il rinvio delle elezioni e cominciano le proteste per le strade.
- L’IA inciampa sulla serietà (temaccio).