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di cosa parlare stasera a cena

La determinazione pro-Israele del laburista Starmer

Giuseppe De Filippi

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Keir Starmer, che è uno dei nostri preferiti per le chiacchiere a cena e per le scelte politiche, non molla di un millimetro nella sua linea in difesa del diritto di Israele a vivere e difendersi e nel perseguimento di ogni tentativo di inquinare il dibattito pubblico con l’antisemitismo. La sua determinazione pro-Israele non gli semplifica certamente la gestione del partito, la guida dell’opposizione e la preparazione delle prossime elezioni (con sondaggi comunque molto favorevoli), ma lui tiene la linea. Un po’ di confusione, alimentata anche da interpretazioni un po’ forzate, arriva anche dal Vaticano.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1
Non aspettatevi nulla nel breve termine dai colloqui del Cairo. Israele (dove la linea di Netanyahu sta risalendo nei consensi) non intende interrompere l’occupazione di punti strategici a Gaza e vuole mantenere il massimo della pressione militare e di intelligence sui capi di Hamas, ora in grande difficoltà. L’obiettivo della liberazione degli ostaggi è possibile, sostengono i vertici israeliani, solo trattando da una posizione militarmente superiore e continuamente rafforzata sul terreno. Suonano un po’ fatui, letti in base alla visione delle cose appena esposta, gli appelli europei e gli sforzi bipartisan italiani per un generico e non aggettivato né condizionato “cessate il fuoco”.

 

Fatto #2
Altri rovesci per la marina russa impegnata contro l’Ucraina.

 

Fatto #3 
La lista pacifista/aggressiva di Michele Santoro, il partito schiettamente anti-Nato e pronto per la prossima annessione territoriale putiniana.

 

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