Di cosa parlare stasera a cena
La spinta propulsiva di Mario Draghi per cambiare l'Ue
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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E torniamo, a costo di essere noiosi e perciò costretti a cena in solitaria, sui progetti per riorganizzare l’Ue. Non c’è nessun tema più politico in questo momento (a proposito, l’idea della lista sugli Stati uniti d’Europa sembra ogni giorno più azzeccata, anche per raggiungere chi seguirà il dibattito elettorale con superficialità). E c’è la spinta propulsiva di Mario Draghi, tornato a usare il tono dei momenti fatali, con il pepe politico portato dalla sua latente candidatura a uno dei due posti principali in Ue.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Come la vede il Fmi. Per l’Italia crescita ancora contenuta, ma tra economie europee tutte ancora debolucce. Lo sguardo sugli anni successivi dà qualche consolazione. E gli Stati Uniti giocano completamente in un’altra categoria, con una crescita impressionante. E non si capisce come non potrebbe tradursi in consenso politico per il presidente in carica.
Fatto #2
Frenare Israele, ma con misura, dice John Bolton.
Fatto #3
Potrebbe essere estromesso dal suo ruolo chiave Mike Johnson, il repubblicano trumpiano che sta bloccando i pacchetti di aiuti all’Ucraina.
Oggi in pillole
- Nervosismo nella Lega sulle candidature, perché gli spazi si restringono e i pretendenti sono tanti. Un dirigente di peso come Riccardo Molinari chiede di dare priorità alla ricandidatura degli uscenti. Mentre un ex ministro, Gianmarco Centinaio, si era già dichiarato contro la candidatura del generale Roberto Vannacci;
- Un po’ di sondaggi, come in certi campionati non si segue la sfida per la vetta della classifica ma quella per il quarto e quinto posto, per i quali c’è un appassionante testa a testa (a meno di scherzetti miracolosi della succitata lista per gli Stati uniti d’Europa);
- Alluvioni in Oman e negli Emirati arabi;
- La serie su Brigitte Macron in arrivo;
- A ogni Olimpiade si rinnova il sollievo per l’abbandono del paganesimo e del politeismo (anche se un po’ di pluralismo, anche nei cieli, fa piacere e fa andare meglio le cose).