di cosa parlare stasera a cena
Le proteste pro-Palestina nei campus americani, tra antisemitismo e nefandezze
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Università che coccolano l’antisemitismo e sostengono la diffusione delle nefande teorie complottiste contro Israele, contro gli ebrei, contro le regole della democrazia e dello stato di diritto. Le cosiddette proteste pro-Palestina non hanno basi sociali reali né hanno un radicamento politico, è solo sentito dire da social (nei casi migliori) o tentativo di mestare nel torbido, fermare chi vuole usare le regole liberali per imporre metodi violenti e prevaricatori e alla fine sembrano trumpiani. Mentre un senatore repubblicano, Tom Cotton, ne fa, comunque, con buone ragioni, un tema di critica all’inazione dei democratici e del presidente.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Il messaggio di Joe Biden sulle occupazioni universitarie: c’è il diritto di protestare, ma non quello di diffondere messaggi di odio. Mentre arrivano nuove norme di contrasto all’antisemitismo.
Fatto #2
Protestano per la libertà, invece, i georgiani. Con la paura non tanto di perdere la loro battaglia ma di essere dimenticati dal resto del mondo, di essere circondati dall’indifferenza e dallo stesso discredito costruito ad arte dieci anni fa per la identica rivolta ideale antirussa degli ucraini. E sale la tensione tra le persone in piazza e i parlamentari intenzionati ad accelerare con le odiate leggi con cui il sistema dei diritti politici in Georgia verrebbe allineato a quello russo.
Fatto #3
Emmanuel Macron ripete che c’è la possibilità di inviare in Ucraina truppe per bloccare un’ulteriore avanzata russa in caso di sfondamento delle linee attuali. Posizione forte e chiara che spaventa il Cremlino e dalla Russia arrivano solo battute e umorismo di quarta categoria.
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