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Di cosa parlare stasera a cena

Il sistema russo e la crisi tra potere militare e centrale

Giuseppe De Filippi

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La tattica russa in guerra prevede in massima parte l’attacco ai civili, nelle case e negli edifici pubblici. Non è guerra, è una specie di terrorismo su larga scala. Le risposte strategiche ucraine fanno meno impressione, ma proseguono. Con anche la riduzione sostanziale della capacità di raffinazione dell’industria russa degli idrocarburi e l’indebolimento delle strutture di appoggio dell’esercito russo lungo la linea del fronte. A Mosca intanto aumentano le speculazioni e le voci dopo che Vladimir Putin si è mostrato in foto assieme a uno dei principali collaboratori dello scomparso Prigozhin: in molti leggono questa scelta come un segnale (non benevolo) al ministro della difesa Shoigu, di cui è appena stato arrestato uno dei principali vice. Insomma, tra potere centrale e potere militare la situazione non è distesa e il livello di diffidenza reciproca è vicino al limite di tenuta. Va ricordato che il sistema russo è basato su una cleptocrazia, dove il tentativo di scalata da parte di chi è ancora più ladro è sempre possibile e piano piano anche le sanzioni stringono l’economia russa.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Continua l’aumento dell’occupazione in Italia e continua lo stupefacente processo per cui è il lavoro che aumenta a tirare la crescita economica e non l’espansione del Pil a creare nuovi posti di lavoro. In ogni caso le cose vanno bene e il sistema produttivo si mostra vitale e capace di assorbire ancora forza lavoro. In questo mese i nuovi occupati sono 70 mila, aumentano i contratti a tempo indeterminato, aumenta (pur restando sotto all’obiettivo desiderabile) la componente femminile dell’occupazione, si riducono gli inattivi (e tuttavia diminuisce il tasso di disoccupazione), va giù la disoccupazione giovanile. Tutto questo succede in un quadro generale di rafforzamento del mercato del lavoro, con recenti importanti rinnovi contrattuali in settori, come commercio e servizi, che ne rappresentavano la parte più povera e meno dinamica.

Fatto #2

Anche l’economia degli Usa segna un aumento di persone occupate, ma un po’ sotto le aspettative (che erano forse esageratamente ottimistiche o semplicemente sbagliate). Il dato di oggi diventa interessante e positivo perché potrebbe dare una calmata agli spiriti anti inflazionistici alla Fed e sbloccare finalmente la decisione sul taglio dei tassi.

Fatto #3

Dall’ambasciatore tedesco in Georgia il canto nazionale per l’indipendenza e l’ingresso in Ue e contro le ingerenze russe, poi il coraggio di Tananai nella scelta di sostenere chi soffre per i regimi autoritari e la travolgente confusione ideologica dei ragazzi nelle università occupate e poi sgomberate da un presidente, Joe Biden, che non vuole né inni alla violenza né fascismi latenti negli Usa. C’è un governo che non intende tollerare abusi anche a Parigi.

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