Va bene il redditometro, ma gli strumenti anti-evasione sono ormai altri

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Il redditometro, in un modo o nell’altro, è sempre stato tra noi e dal 1973. L’uso che se ne fa ne determina l’importanza e la portata. Con la conoscibilità e tracciabilità delle spese e delle entrate, portata dall’uso dei pagamenti digitali, dalla fatturazione elettronica, dalla disponibilità di dati sulle compravendite, il redditometro e le sue tabelle diventano quasi superati. Comunque, da ora, polemicuzze a parte, verrà usato con prudenza e mettendo qualche paletto. L’importante è che l’automatismo tra incongruenza delle spese rispetto al reddito dichiarato e l’avvio di un procedimento venga molto temperato. Gli strumenti per combattere l’evasione sono ormai altri e, come si diceva, poggiano sulla tracciabilità delle transazioni più che sull’accertamento successivo attraverso schematici indici di determinazione sintetica del reddito presunto. Non c’è bisogno di presumere quando si può conoscere.

Fatto #1

Giuseppe Conte riconosce la Palestina, assieme a Spagna, Irlanda e Norvegia

Fatto #2

Torna a muoversi al rialzo il prezzo del gas, stavolta un po’ c’entra l’Austria

Fatto #3

La censura che non era proprio una censura (ora lo dice anche la presidente della Rai Marinella Soldi)

Oggi in pillole

• Emmanuel Macron in Nuova Caledonia perché sta peggiorando la crisi, alla cui origine potrebbe esserci anche un’iniziativa cinese
• ok, ma c’è differenza tra “parlar bene” e constatare che su alcune iniziative politiche possono esserci buoni riscontri elettorali. La Lega in passato di voti ne ha presi anche molti di più e mai si è negata l’efficacia della propaganda salviniana
• L’ossessione italiana per le dispute legali