Di cosa parlare stasera a cena

La sparatoria tra militari egiziani e israeliani al valico di Rafah

Giuseppe De Filippi

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Un errore tragico, avrebbe detto Benjamin Netanyahu parlando del raid aereo israeliano su Rafah, ma l’ammissione della scelta sbagliata nel caso specifico non cancella la decisione di proseguire con gli attacchi. C’è anche la versione ben documentata offerta dall’esercito, con sostanziale rovesciamento delle accuse. E c’è da osservare che quando Israele si avvicina a obiettivi strategici, come la cattura o l’eliminazione di capi di Hamas o l’individuazione di loro basi logistiche, c’è sempre un fuoco di sbarramento propagandistico, aumentato dalla ricezione mondiale e dall’orientamento anti-israeliano di gran parte dei governi.

    

In generale però c’è che chi tira razzi viene colpito con armi proporzionali.

   

Altra vicenda da chiarire, il confronto a fuoco tra militari egiziani e israeliani al valico di Rafah. Almeno un egiziano è stato ucciso nello scambio di colpi.

    

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Le regole di Matteo Salvini per poter correre di più in macchina, ridurre i controlli, rendere di conseguenza le strade più pericolose (e purtroppo anche i marciapiedi, come sé successo recentemente e di nuovo a Roma), togliere ai comuni potere di intervento per limitare velocità e pericoli. Tra qualche tempo, anni o mesi, di fronte a dati statistici che dovessero confermare l’aumento generale della pericolosità stradale sarebbe il caso che, anche all’interno della maggioranza, si vada a chiedere conto politicamente a chi ha voluto cambiare le regole e ridurre gli autovelox

      

Fatto #2

I tassisti minacciano due giorni di sciopero, il 5 e 6 giugno, perché il governo non li ascolta. Ma cosa dovrebbe fare il governo di fronte alla richiesta di mobilità che cresce per fiere, settimane varie, business, turismo, con le file in attesa dei taxi che si allungano e il valore delle città che ne risente. Il mercato sta cominciando a organizzarsi da solo, in reazione al vuoto di taxi. Parlatene a cena, le soluzioni alternative crescono e sale la convenienza economica di investire nel trasporto locale di linea e di aprirlo alla concorrenza. Alcune tratte nelle grandi città potrebbero essere ambite da aziende di trasporto privato in grado di organizzare un servizio di linea a costo economicamente interessante per la clientela e remunerativo per le aziende. Non servirebbe una deroga alla disciplina dei taxi, perché si parla di servizi di linea

   

Fatto #3

La campagna elettorale per le Europee della presidente della Commissione (una cosa mai vista, ma che rende l’Ue più interessante)

      

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