(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Le parole di Meloni su Matteotti hanno un gran valore politico

Giuseppe De FiIippi

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Sono usciti vari testi di ricostruzione storica sulla vicenda politica e pubblica di Giacomo Matteotti in queste ultime settimane, se ne è discusso e se ne discuterà (un incontro interessante, tra gli altri, è fissato per domani a La Sapienza a Roma). E nuovi squarci sono stati aperti sulla sua attività di antifascista, contro il fascismo nascente, di socialista riformista, di attento lettore dei fatti economici, capace di individuare anche i legami tra i mussoliniani e i loro finanziatori, di cui sarebbe stato pronto a rendere denuncia pubblica. Sono libri di valore, da consigliare con convinzione, anche per leggere quegli anni non solo con il filtro del racconto centrato sulla figura di Mussolini, come fa molta storiografia dilettantistica ma di grande successo recente, ma attraverso le azioni politiche del suo principale oppositore. Sono testi che ci aiutano nella comprensione della varietà di posizioni da cui era caratterizzata la società italiana, comprese le tante e spinose divisioni a sinistra, e proprio nel momento in cui stava per essere completamente travolta e annichilita dalla violenza e della pervasività del regime fascista.

Oggi a Matteotti è stata dedicata alla Camera una giornata di commemorazione, con la lettura del suo ultimo discorso, esattamente di un secolo fa. Gli studi sono importanti, con le discussioni che suscitano, e la rievocazione in aula è stata una scelta molto efficace, per dare una rappresentazione vivida della fede nel Parlamento e nei suoi riti, contro il regime che individuò proprio nell’esercizio pratico della democrazia e nella sua ricchezza il principale nemico da eliminare. Perciò le parole di Giorgia Meloni sulla responsabilità di una squadraccia fascista nell’omicidio di Matteotti non cadono dall’alto, non sanno di puro e semplice dovere istituzionale, ma prendono valore politico, come è stato riconosciuto da tutti.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Ancora sorprese incoraggianti dal mercato del lavoro, anche se, stavolta, con le indicazioni positive sulla produzione in maggio da Confindustria e la permanente buona intonazione di commercio e servizi, ci si poteva aspettare un buon dato sull’occupazione. In queste condizioni si può sperare legittimamente in qualche spinta al rialzo anche per i salari marginali, per i lavori meno pagati, e in un miglioramento delle condizioni contrattuali. Intanto una trattativa di rilievo, quella dei metalmeccanici, entra nella fase finale, in vista di un rinnovo di grande importanza, in cui il contrasto è proprio sulla parte salariale, per la quale gli spazi di recupero sono notevoli.

Fatto #2

Sembrano andare in direzione opposta i dati sulla povertà giovanile.

Fatto #3

La riforma della giustizia e i contrasti tra penalisti e Anm.

Oggi in pillole

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