Ursula von der Leyen - foto via Getty Images

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La vigilia del voto su Ursula von der Leyen

Giuseppe De Filippi

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Dovete parlare di Ue, perché è il luogo dove avvengono i fatti politici più interessanti e perfino divertenti di questi giorni. Ormai siamo alla vigilia del voto su Ursula von der Leyen e la chiarezza premierà chi saprà usarla tempestivamente, mentre con gli eccessi di riservatezza sulle scelte del proprio gruppo parlamentare si guadagna in spazi di manovra ma si perde operatività politica. Il Pd ha provato a uscire allo scoperto, con l’impegno a portare tutti i suoi voti a von der Leyen. Giorgia Meloni ancora non è e non può essere esplicita, ma gli eventi la stanno spingendo verso la posizione favorevole. Il leghismo si porta davvero poco ultimamente e quando è rimescolato in salsa europea lo si porta ancora meno. Meglio distinguersi dal gruppo che non riesce neppure a essere vannacciano.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

C’è Pier Silvio Berlusconi a dare qualche stoccata al leghismo recente.

Fatto #2

L’incomprensibilità giuridica che però fa arrestare le persone. A Venezia l’avvocato di Luigi Brugnaro confessa di non riuscire a capire il testo della procura in base al quale è stato indagato il sindaco e arrestato un assessore. Quella che si poteva considerare una irrisione alle capacità analitiche di Giovanni Toti, anche se roba dal dubbio buon gusto e dallo scarso umorismo, è diventata invece una costante, con lo stesso ministro Carlo Nordio, già magistrato, perplesso e incapace di decifrare il linguaggio e le tesi dei suoi ex colleghi nella vicenda ligure.

Fatto #3

Sorpresa, il governo con ministro leghista all’economia non intende toccare le pensioni, cioè non intende modificare lo schema definito anni fa da Elsa Fornero (e meno male). Lo ha detto Giancarlo Giorgetti al question time alla camera, aggiungendo che, semmai, il problema sta nella demografia e perciò nel lungo termine

 

Oggi in pillole