di cosa parlare stasera a cena

Il voto di FdI sulla Commissione è un guaio per l'Italia

Giuseppe De Filippi

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Con la polvere ormai posata e con le previsioni/esortazioni dalle nostre chiacchierate a cena accuratamente smentite e rifiutate, i numeri dell’elezione di Ursula von der Leyen ci dicono una cosa non troppo allegra per l’Ue e molto triste per i conservatori o sovranisti o patrioti italiani e cioè ci dicono che la presidenza della Commissione è stata salvata dai Verdi europei e perciò è in mano loro, con tutte le rigidità che ciò comporta nella gestione dei dossier sulla transizione, sulle politiche industriali e perfino sul sostegno all’Ucraina e il rafforzamento militare dell’Europa. Il rifiuto di sostenere von der Leyen da parte dei conservatori e specificamente da parte di quelli italiani, cioè i meloniani, ha regalato, per la semplice logica dei numeri, la posizione determinante e quindi l’influenza per ogni provvedimento al gruppo che più può rendere la politica europea ostile agli interessi italiani, quegli interessi che Giorgia Meloni dice, credibilmente, di voler difendere. Con il voto contrario FdI si mette però fuori dalle stanze delle decisioni europee, mentre si crea una strana posizione di omogeneità europeista tra Pd e Fi. Meloni si allinea invece alla Lega e ai suoi buffoneschi rappresentanti europei, rinunciando proprio all’ultimo passo davanti al bivio alla scelta per la maturazione politica e per l’occupazione del grande spazio che nella politica italiana (e pure europea) appartiene agli elettori moderati (con venature di destra, conservatori, quello che volete). Rovesciando il vantaggio posizionale verso l’elettorato italiano in un colpo solo Meloni ha dato fondamento nella logica politica a chi volesse chiedersi perché votare FdI se puoi votare direttamente Lega.

Non avere spazi di dialogo, aldilà di ciò che spetta in modo istituzionale al leader di un paese europeo, è poi un problema serio in vista di future trattative sulla gestione dei conti pubblici italiani. Fuori da tutto e con un commissario probabilmente debole l’Italia sarà più sballottata in caso di turbolenze finanziarie. Né si pone come prospettiva interessante o percorribile quella di attendere altri sconvolgimenti politici in Europa, a cominciare dalla vittoria alle presidenziali tra due anni di Marine Le Pen (tutt’altro che scontata), o in Usa per buttarsi sul trumpismo che, però, non è merce da esportazione.

Va detto anche che von der Leyen non ha aiutato. Il suo discorso programmatico al Parlamento europeo è rimasto nel più noioso gergo dell’europeismo burocratico, quello che proprio non si fa amare dai cittadini, senza cogliere la novità di questi ultimi mesi e di queste ultime elezioni e cioè senza valorizzare il di più di politica arrivato con un voto composito, ricco, vario, in cui certo la vecchia maggioranza esisteva grazie a numeri risicati ma da cui si potevano trarre ben altre lezioni e a cui si poteva rispondere con l’ingaggio politico almeno di alcune delle nuove istanze portate sulla scena europea

   

Facile ma fondato l’attacco dell’opposizione

 

I popolari si compiacciono

 

Postilla: cari estremisti, o cooperate o vi fanno cooperare (per non essere esclusi)

 

Postilla numero 2: la democrazia funziona ma i leader democratici devono darsi una svegliata

 

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Cosa intende fare von der Leyen

  

Fatto #2

I primi tentativi seri per abbassare il livello dello scontro militare tra Russia e Ucraina e la “missione di pace” di Viktor Orbàn considerata per quello che vale (niente)

 

Fatto #3

Nancy Pelosi nuovamente a pressare Joe Biden perché lasci, mentre il Covid presidenziale aggiunge difficoltà

  

Oggi in pillole

  • La Bce non dice niente di comprensibile e così non fa politica monetaria ma si rifugia nell’antro della Sibilla. E non sono certamente la complessità della situazione e l’erraticità di dati e previsioni a giustificare quella che non è neanche navigazione a vista ma è navigazione senza timone
  • Si dimette la consigliera del Csm, indicata da Ignazio La Russa, che aveva incontrato una magistrata sottoposta a procedimento disciplinare
  • Parlate anche dei rapporti (non europei) sulla libertà di stampa in Italia e di come vengono presentati
  • Le spiegazioni settembrine di Luigi Brugnaro, indagato per reati incomprensibili
  • C’è sempre un reato da aggiungere per il governatore che non si dimette e che perciò ancor più non deve dimettersi. E poi con quella “condotta” e quella “personalità” cosa volete che faccia se non reiterare e reiterare
  • Costruendo carri armati si fa l’industria tra Italia e Germania
  • Attenti alla pioggia
  • Prende vita il villaggio olimpico a Parigi
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