Giancarlo Giorgetti - foto Ansa

Di cosa parlare stasera a cena

"I progetti del Pnrr evocano i piani quinquennali dell'Urss". Perché Giorgetti non ha completamente torto

Giuseppe De Filippi

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Non ha completamente torto Giancarlo Giorgetti quando critica gli eccessi di programmazione capillare, di controllo, di dirigismo, portati dalle regole europee sull’applicazione del Pnrr, ma dovrebbe anche proporre una discussione seria su questi temi e non fermarsi al sarcasmo. La burocrazia nasce spesso dalla mancanza di un chiaro e forte assetto di potere. È il caso dell’Ue, con procedure e programmazione a sostituire la libera e responsabile iniziativa degli organi politici e degli attuatori politici. Per essere più chiari potremmo dire che la massa gigantesca di soldi messa in movimento con il Pnrr, anche in uno stato perfettamente organizzato, avrebbe richiesto speciali controlli nelle fasi di selezione e realizzazione dei progetti, se, in più, ci mettete il vuoto di potere politico dovuto alla mancata integrazione europea allora, effettivamente, il rischio di precipitare nella inefficiente programmazione di tipo sovietico evocata dal ministro diventa più forte. La soluzione, però, non passa per la denigrazione delle istituzioni europee ma per il loro rafforzamento in termini politici.
 

Nel frattempo sta nuovamente emergendo la grande difficoltà di toccare gli equilibri e i diritti previdenziali. Con interventi occasionali e limitati nel tempo è praticamente impossibile cambiare qualcosa senza perdere consenso in modo drammatico. L’unico approccio possibile è quello di leggi strutturali con effetti molto diluiti nel tempo, lo mostra anche la resistenza, anche se con rimaneggiamenti e correttivi (non sempre equi), dell’unica riforma duratura nel tempo e cioè la legge voluta da Elsa Fornero durante il governo di emergenza guidato da Mario Monti.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Una spinta all’economia americana (ritenuta ormai al sicuro dall’inflazione), e a quella mondiale, e una spinta anche per i mercati finanziari arriva dagli Usa con le parole del presidente della Federal reserve Jerome Powell. Ha detto che è ora di un consistente taglio dei tassi di interesse e la decisione sembra davvero imminente. Qui in Ue agli ultimi dati sui salari (con la loro crescita complessi rilevata in rallentamento) si aggiunge l’effetto di trascinamento della politica monetaria americana e diventa possibile anche un doppio taglio nei residui mesi del 2024mentre il mercato del lavoro begli Usa potrebbe essere vicino a un picco.

Fatto #2

Il discorso con cui Kamala Harris ha avviato la sua campagna come candidata ufficialmente investita dal partito democratico. Mentre il vantaggio su Trump si fa rilevante.

Fatto #3

Le trattative (difficili) al Cairo e la necessità di controllare le azioni di Hezbollah.

Oggi in pillole