Di cosa parlare stasera a cena

Il salvagente di Mario Draghi

Giuseppe De Filippi

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Mario Draghi mette in movimento la politica europea con il rapporto sulla competitività. Nella confusione post-elettorale e con Francia e Germania in condizioni mai così simultaneamente difficili è una ciambella di salvataggio per la politica europea e certamente la commissione di Ursula von der Leyen, una delle poche istituzioni saldamente in piedi in Ue, ne farà ampiamente uso. Le proposte di Draghi sono centrate sulla necessità di avere imprese solide e forte capacità produttiva per poter esercitare un ruolo mondiale degno della storia dell’Ue e della sua portata politica come esperimento di democrazie federate in base a un accordo costituzionale. Draghi ha cominciato oggi a parlarne con tutte le istituzioni europee, per ciascuno c’è qualche spunto da cogliere, ma c’è, soprattutto, da acquisire la consapevolezza del peso delle proposte appena presentate. Non sono semplici consigli, ma comportano la trasformazione del modo di agire dell’Ue e di ogni singolo paese. La curiosità storica è che a cogliere proficuamente (anche per il loro rapporto con le altre forze politiche) potrebbero essere le forze ancora marginali della politica europea, come i conservatori italiani, già antieuropeisti e da poco convertiti all’europeismo. Un europeismo reinterpretato, nella chiave draghiana, potrebbe offrire una visione spendibile per proporsi come europeisti, sì, ma in modo innovativo rispetto alla gestione oggettivamente usurata e burocratizzata proposta dai partiti storici del potere europeo. Insomma, si ragiona qui sullo strano caso possibile, quello di una Giorgia Meloni oppositrice di Draghi nel parlamento italiano e poi attuatrice del draghismo in sede europea

   

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Ah, c’è anche Cipollone, componente italiano del board della Bce, a dare un po’ la sveglia. Parla di tassi e della necessità di agire rapidamente, senza frenare inutilmente l’economia, perché la partita sui prezzi è vinta e dal mercato del lavoro non arrivano segnali preoccupanti. Insiste molto sui tempi Cipollone, perché le imprese europee devono avviare al più presto possibile una fase di forti investimenti e rinnovamento per recuperare produttività ed efficienza.

 

E se, come dice il Fmi, gli Usa devono fare i conti con un calo della produttività figuriamoci noi europei.

 

Fatto #2

È tutto così strano in questa vicenda e comunque, se trattavasi di collaboratrice o addirittura di destinataria di un incarico del ministero, perché pagava Gennaro Sangiuliano per i suoi viaggi e i suoi pernottamenti? Non si capisce perché una persona sostanzialmente assimilata allo staff del ministro venga messa, anche con orgoglio, a carico delle spese private del ministro e non a carico dell’amministrazione. Perché non riconoscere il suo ruolo ufficiale e tenerla ai margini, ma ammettendola poi alle riunioni operative?

   

Anche alla luce di questo

  

Comunque, stasera intorno alle 20 il ministro parlerà (occhio, la sua difesa da parte di Meloni è molto generica e un po’ lamentosa)

 

Fatto #3

Il dramma ininterrotto nel Mediterraneo

 

Oggi in pillole

  • La Mongolia non arresta Vladimir Putin, ne ha vantaggi per l’approvvigionamento energetico ma perde credibilità internazionale
  • Dice Taleb che la Cina sta messa molto male quanto a crescita economica
  • Si allunga la lista di autori musicali che chiedono a Donald Trump di non usare i loro pezzi
  • La falsa ereditiera che non pagava i conti va a Dancing With the Stars (la traduzione non serve per individuare il programma)
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