(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

Sì, sull'Ilva si è fatta troppa propaganda giudiziaria

Giuseppe De FiIippi

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Qui siamo un po’ fissati con le liti europee da leggere come crisi di maturazione e di crescita. Oggi piatto ricchissimo. Con un ecofin, il consiglio dei ministri economici e finanziari, da tenere in Ungheria e perciò disertato da un gran numero di ministri. Il governo ungherese, sanzionato e messo sotto varie procedure d’accusa da parte di Bruxelles, ora è anche messo all’angolo nell’operatività del periodo residuo della presidenza di turno. A Budapest c’era però Christine Lagarde e trovando un po’ di giornalisti ha approfittato dell’occasione per rispondere alle critiche di Antonio Tajani e di Adolfo Urso sulle ultime scelte di politica monetaria e sulla mancanza di coraggio nella guida della Bce. Uno scontro, si direbbe, ma anche un passo verso una maggiore responsabilità politica da entrambe le parti. La Bce è stata la prima istituzione europea con la capacità di agire direttamente su tutti i paesi dell’euro e indirettamente anche su quelli non euro con decisioni immediate e non sottoposte al vaglio parlamentare comunitario né a ratifiche dagli stati membri. Ottima intuizione a suo tempo e anche necessaria per fare in modo che la politica monetaria fosse coordinata. Ma questa condizione comporta la possibilità di criticare e di proporre alternative (anche) da parte di esponenti dei governi. Lagarde si è offesa e ha replicato con argomenti da manuale del buon banchiere centrale, ma per l’Ue che si sta politicamente rafforzando questi sono passaggi necessari. 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Kamala Harris continua a crescere nei sondaggi, mentre il confronto televisivo (che non dovrebbe avere una seconda puntata per il rifiuto di Donald Trump) è una miniera di spunti da usare nuovamente per i brevi video di comunicazione politica (simili a quelli pubblicitari) usatissimi nelle elezioni americane.

Fatto #2

Usiamo anche la poco emotiva informazione svizzera per dare conto del probabile patteggiamento di Giovanni Toti e della relativa rapidissima fine della sua vicenda giudiziaria, con una pena molto mite e, forse, un possibile ritorno alla politica. Anche se resta realizzato quello che è sembrato il principale obiettivo di tutta la faccenda e cioè toglierlo di mezzo dalla presidenza nell’immediato.

Fatto #3

A Taranto nelle inchieste (preorientate) sull’Ilva si è perso tanto tempo ma si è fatta tanta propaganda (fuori da ogni logica giudiziaria).

Oggi in pillole

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