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Di cosa parlare a cena stasera

Giorgia Meloni si comporta da convinta europeista

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Giorgia Meloni non vorrebbe mai essere chiamata europeista, così in modo sbrigativo e con una sintesi che certamente contesterebbe. Ma si comporta politicamente in un modo che la fa iscrivere d’ufficio a quella categoria. Nelle comunicazioni di oggi ha citato i rapporti di Mario Draghi e di Enrico Letta, dando alla lettura e all’applicazione di entrambi, ma specialmente del primo, un ruolo fondante per riorganizzare l’Ue, in un modo che darebbe certamente molto fastidio ai nemici interni del progetto europeo, a partire da Viktor Orbàn (e arrivando a diversi parlamentari leghisti e dello stesso partito della premier). La strada è segnata ed è fatta di integrazione e di superamento delle barriere. Meloni ha anche parlato della utilità di avviare l’emissione di debito comune, rompendo un tabù a destra sì, e Draghi lo ha detto senza ipocrisie, l’Ue può reggere e funzionare solo dotandosi di una credibile capacità di deterrenza militare e perciò mettendo in comune, per raggiungere gruppi di dimensioni sufficienti, anche la produzione di strumenti bellici e di armi. Un passo è stato compiuto da Leonardo e Rheinmetall.

A queste condizioni e con queste premesse non votare Raffaele Fitto non sarebbe solo uno sgarbo ma anche un errore politico, tuttavia, per cultura personale e per imparare sempre qualcosa, fa bene Claudio Cerasa a ripescare i giudizi meloniani su Paolo Gentiloni quando tocco a lui. 

 

Le "tre" cose principali

Fatto #1
Tornano le notti della manovra, un modo di operare che mancava da qualche anno. Stasera, con ogni probabilità, si farà tardi a Palazzo Chigi. Perché Giancarlo Giorgetti può accelerare e prendere tutti di sorpresa, come ha fatto, portando il testo in Consiglio dei ministri con qualche giorno di anticipo, ma poi, almeno attorno al tavolo, un po’ di osservazioni e qualche impuntatura arriveranno. Fa un po’ malinconia il ricorso ai tagli lineari ai bilanci dei ministeri, metodo inefficiente e ingiusto, ultima risorsa di chi non sa e non vuole fare la revisione minuziosa di tutte le spese. Screzi in vista per il trattamento delle banche. Mentre al fisco si chiederà uno sforzo speciale nel recupero di somme dovute ma non ancora versate. L’operazione concordato può avere un senso per questi fini, ma comporterà qualche nervosismo e qualche risentimento. Gli effetti del taglio al cuneo fiscale e contributivo saranno apprezzabili, come ha notato sul Foglio di oggi Luciano Capone correggendo l’interpretazione pigramente antigovernativa di altri giornali. E in Francia per chiudere il bilancio si chiede un grande sforzo ai contribuenti

Fatto #2

Si spengono un po’ di polemiche e diplomaticamente si cerca di dimenticare le dichiarazioni eccessive di ministri e capi di governo insorti a difesa del dispiegamento Onu nel delicatissimo terreno libanese. E riprende l’attività strategica dell’esercito israeliano. Mentre tutto fa pensare che contro l’Iran sia in arrivo un colpo a sorpresa, capace di lasciare senza copertura i miliziani di Hezbollah, condizione di cui approfitterebbero le altre forze locali. 

Fatto #3

Questi account sono dichiaratamente pro-Harris e anti-Trump, di cui non mancano di segnalarne i punti deboli, ma è abbastanza evidente che il candidato repubblicano dia una pessima impressione del suo equilibrio mentale e del suo autocontrollo quando osservato pubblicamente. Una questione seria, che diventerebbe serissima in caso di sua elezione. Ma se volete sapere come butta per le elezioni americane dovete seguire questo signore qui, un patito di politica e di verifica quantitativa sul campo dei voti e delle intenzioni di voto. Si dedica esclusivamente alla sua Pennsylvania, stato decisivo più che mai e spesso in grado di indicare tendenze nazionali. Joshua Smithley consulta quotidianamente i dati sui voti postali (VBM, vote by mail) e li legge con grande esperienza, confrontandoli con le precedenti elezioni. E consulta tutti i sondaggi locali, compresi quelli limitati a singole contee. Tenetelo d’occhio, anche nelle prime ore del mattino del 6 novembre. 

 

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