Foto Ap, via LaPresse

di cosa parlare stasera a cena

La spregiudicatezza manovriera di von der Leyen

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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La Commissione di Ursula von der Leyen ha avuto la fiducia o come la chiamano in Ue con un ristretto margine nel voto parlamentare. E questo è un bene perché è un segno tipico della politicizzazione di cui qui più volte abbiamo parlato a cena. Non siamo più nell’epoca degli accordi generali, con tutti dentro. Melassa in cui le posizioni politiche sbiadivano e restava a ispirare l’azione della Commissione solo l’adesione pedissequa e insieme brutale alla norma generale della eurocorrettezza. La spregiudicatezza manovriera di von der Leyen ha spezzato questo modo di fare e ha aperto il vaso della politicizzazione, col soprammercato delle trattative un po’ segrete e un po’ no con i conservatori e soprattutto con Giorgia Meloni. Ed è di quest’ultima che potreste parlare a cena per osservare, con il Foglio, che la leader di Fratelli d’Italia si trova in una contingenza storica di speciale interesse.

La sua è l’unica forza politica di destra che è insieme rilevante, e predominante in un importante stato europeo, e non affiliata alla propaganda putiniana o da essa condizionata. L’originalità del melonismo sta nell’indipendenza dal Cremlino e nella libertà di manovra. Tanto da trovarsi a fare esattamente il contrario di ciò che fanno tutte le forze politiche manovrate dall’esterno. Se queste ultime lavorano solo per la disgregazione europea e per il discredito delle forme di coordinamento politico internazionale, l’azione di Meloni in Europa è andata esattamente in direzione opposta ed è servita proprio a consentire che l’attività di questa Commissione prosegua e che si avvii un dialogo politico fattivo e rispettoso tra i gruppi tradizionalmente europeisti e i conservatori

Mentre, come oggi osservava Claudio Cerasa, una destra con queste caratteristiche ha anche la capacità di creare rapporti sorprendenti con i partiti italiani. E Raffaele Fitto passa, con qualche strascico.

   

Le tre "cose" principali

Fatto #1

I problemi, semmai, vengono dalla maggioranza nazionale. Con screzi di fronte ai quali bisogna riuscire a mantenere un certo distacco analitico, non sono segni di sicura disgregazione ma neppure cosette da nulla.

     

Fatto #2

 

BancoBpm ha per tradizione e per prassi una quota forte di partecipazione dei dipendenti nella proprietà dell’azienda, è per questo che Giuseppe Castagna sceglie una lettera ai “colleghi e alle colleghe” per elencare con ancora più nettezza le ragioni per rifiutare l’offerta di Unicredit.

 

Fatto #3

Israele si ferma in Libano dopo un’ultima incursione con cui ha distrutto la fabbrica dei missili di Hezbollah.

    

Oggi in pillole