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Di cosa parlare stasera a cena

Stellantis si impegna per maggiori investimenti, buone notizie per gli stabilimenti italiani

Giuseppe De Filippi

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Aria diversa rispetto al recentissimo passato nei colloqui tra governo e Stellantis. Jean Philippe Imparato, responsabile dell’azienda per l’Europa, ha indicato maggiori investimenti, ha elencato prodotti e gli stabilimenti italiani in cui metterli in produzione, ha dato un quadro serio di impegni per i prossimi anni. La presenza di modelli ibridi in numero ben maggiore rispetto a ciò che immaginava Carlos Tavares fa pensare a un possibile esito positivo delle pressioni di vari governi e di varie aziende perché l’Ue cambi i tempi e i modi della transizione energetica.

Migliorano molto le prospettive per gli stabilimenti abruzzesi e campani. E gli impegni sono importanti anche per Melfi.

 

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Ucciso con un attentato, rivendicato dai servizi ucraini, uno dei più importanti generali, responsabile delle azioni contro l’Ucraina. È saltato in aria per una carica d’esplosivo lasciata in un monopattino lasciato sul marciapiedi sotto la sua casa. La carica è esplosa appena il generale Igor Kirillov ha aperto il portone, modalità che fa pensare alla presenza in zona di agenti ucraini capaci quindi di operare in territorio russo senza troppe difficoltà. Le voci di altri attentati si sono poi intensificate, segnando un punto a vantaggio della guerra psicologica da parte degli ucraini contro l’establishment putiniano, già segnato dal fallimento del blitz contro Kyiv e dalla sua natura di cleptocrazia.

 

Fatto #2

Poi ci sono le petroliere russe o usate per trasportare petrolio russo affondate al largo della Crimea, dalle quali deriva l’evidenza di un sostegno indiretto al commercio russo per aggirare l’embargo, mentre un altro sostegno non dichiarato emerge con chiarezza, quello delle truppe nordcoreane all’esercito di Putin.

 

Fatto #3

Giorgia Meloni chiude il capitolo Javier Milei, dicendo, in sostanza, che il liberismo è bello ma lei non ci vivrebbe. L’esperimento Argentina resta così nella sua dimensione di laboratorio, senza epigoni e senza condizionamenti. Un luogo dove testare le teorie economiche (e politiche, cosa che spesso viene dimenticata) della scuola di Mises e Hayek, cioè cose che non aveva fatto mai nessun paese al mondo. Ma non si è mai liberisti fino in fondo. Sulla politica dura antidroga cade anche il volenteroso Milei e diventa una specie di statalista poliziesco. Mentre nel pazzo esperimento argentino c’era la possibilità di testare gli effetti della legalizzazione e del controllo legale su diffusione e consumo.

 

Oggi in pillole