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Di cosa parlare stasera a cena

L'America di Trump rischia di assomigliare alla Cina

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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L’Ue può (e deve) avere una forza rinnovata per far fronte al trumpismo e per tener testa da sola a potenze aggressive come Russia e Cina.

Donald Trump si sfila dall’Organizzazione mondiale della sanità, la spiegazione è nella solita paccottiglia fatta di critiche pseudoliberali contro la condivisione delle decisioni per la politica sanitaria mondiale e contro gli organismi internazionali e la loro (inevitabile) burocrazia. E si sfila dall’accordo sulla tassazione delle multinazionali, con cui si era data una cornice fiscale accettabile per regolare l’attività delle grandi piattaforme internettiane senza lasciare del tutto a bocca asciutta il fisco dei paesi che ospitano quelle attività

Con operazioni di questo genere finisce anche per gli Usa la possibilità di svolgere il ruolo di leader del mondo libero. Diventano sì l’impero di Trump ma finiscono per assomigliare più a una seconda Cina, a un paese che fa prima di tutto i fatti suoi e che sa giocare sulla scena internazionale solo usando la forza.

La risposta della Organizzazione mondiale della sanità.

 

Le tre "cose" principali 

Fatto#1

Il discorso di Volodymyr Zelensky al World economic forum di Davos indica la strada per l’Ue che vuole resistere e prosperare

Fatto#2

La Groenlandia che ora prende sul serio le minacce di annessione.

Fatto#3

Matteo Salvini alla camera (oggi) e al senato (domani) per parlare di treni, ritardi, investimenti, sabotaggi. Il Foglio e questa newsletter di chiacchiere a cena hanno sempre evitato di usare l’argomento ferroviario in modo contundente verso il ministro, in parte perché i poteri del ministro non sono così capillari e soprattutto perché il sistema italiano ha molti punti di forza, a partire dai vantaggi portati dalla concorrenza nel trasporto passeggeri con alta velocità, e soffre, invece, di alcuni ritardi infrastrutturali non imputabili certo a Salvini e risolvibili solo con una paziente e determinata azione di governo per il completamento delle opere.

 

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